Venerdì 29 luglio, presso la Casa delle Culture e della Musica, Marco Presta ha presentato la sua ultima fatica.
Il conduttore radiofonico de ” Il ruggito del coniglio” ha intitolato la sua opera ” Il prigioniero dell’interno 7″, edito da Einaudi.
Trama del libro
Questo volume racchiude in sè i temi della solitudine, della vecchiaia e della perdita del lavoro.
Ebbene sì, perchè la storia è ambientata durante il Lockdown (ma è stata scritta postuma) e Vittorio, il protagonista principale, è l’inquilino dell’interno numero 7. Egli è un giornalista affermato e proprio perchè abituato a risolvere i problemi di tutti, diventa il punto di riferimento del suo condominio.
A tal proposito, ruoteranno intorno a lui, come in un caleidoscopio, diversi personaggi. Ci sarà l’anziano Amedeo, rimasto ormai solo, che cercherà conforto nell’amicizia con Vittorio. Poi sarà il turno della veterinaria Gloria che, con il suo ottimismo, lo spingerà in tutti i modi ad aiutare gli altri, anche se lui vorrebbe vivere il periodo di confinamento come un momento in cui riflettere e pensare a sè.
Le vicende raccontate sono del tutto autobiografiche. L’anziano Amedeo, per dire, è la trasposizione della madre, la quale è dovuta restare sola, come tanti altri anziani, durante la Pandemia.
Intervista all’autore
L’autore è stato intervistato da Aurora De Marzi, titolare della libreria Mondadori di Velletri, presso cui lui è stato ospite.
La prima domanda che gli è stata posta è stata quella di sapere se lui è la stessa persona quando scrive i romanzi e quando conduce un programma radiofonico. Egli le ha risposto che l’elemento comune è l’ironia, ma si pone in uno stato d’animo diverso. Quando conduce il programma radiofonico mattutino è certamente più vispo e allegro, quando si mette a scrivere romanzi diventa più malinconico, più ” se stesso”.
Poi gli è stato chiesto se questo romanzo l’avesse partorito durante il Lockdown o dopo e la sua risposta è stata magistrale.
” Ho scritto il libro dopo aver vissuto le emozioni integralmente. L’umorismo nasce dalle esperienze più drammatiche. La commedia- ha concluso- è il modo più serio di raccontare la vita. Più della tragedia stessa”.
Infine è arrivata la domanda pungente. ” L’autore per vivere si occupa di una rubrica di satira. Qual è l’importanza della comunicazione della satira oggi?”, gli ha chiesto la De Marzi.
La risposta non ha lasciato spazio ad equivoci. ” Il giornalismo è morto. Sono pochi i giornalisti d’inchiesta; si è arrivati ad un ‘ decupido intellettuale’. La realtà finirà per ‘strozzare’ la satira”, ha concluso piccante l’autore.
Non meno morbido ci è andato sugli Influencer, che ha comunque voluto inserire nel suo libro. Per lui i social sono un palcoscenico di imbecilli. Li detesta. Senza mezzi termini.
Si è conclusa così la serata di venerdì 29 luglio, tra tante risate, un pizzico di ironia e molti aspetti sociali su cui riflettere.