“In un’area di tale interesse non è possibile pensare di autorizzare un impianto industriale di qualsiasi tipo, tantomeno un impianto di digestione anaerobica come quello dei “F.lli Pacifici S.p.A.” che si vuole stabilire nella zona del Barco, tanto più che l’area di cui trattasi ha una grande sensibilità geologica (è una delle tre zone individuate dalla Regione Lazio come “aree a rischio sinkhole” [Ciotoli et al., 2015]), tanto più a poche centinaia di metri dai nuclei abitativi insediati nella zona.. Pertanto, si chiede al Comune di Tivoli di rivedere il Parere già espresso e di avviare un serio ed articolato piano di recupero e sviluppo dell’intera area nel pieno e costruttivo rapporto con l’Ente Gestore, evitando specifici e ulteriori sviluppi impiantistici anche rivedendo le indicazioni del Piano Regolatore Generale, ormai obsoleto e superato dai successivi interventi di vincolo e tutela imposti dalle Istanze sovraordinate”.
Questo è un estratto del comunicato delle associazioni diventate capofila della protesta contro il progetto del Biometano sostenuto dalla Pacifici Spa e avallato di fatto dal Comune di Tivoli.
A tal proposito il sindaco Giuseppe Proietti, intervistato sul Dentro Magazine qualche giorno fa in merito al biometano, ha decisamente tirato dritto, senza nemmeno aprire ad un dialogo con le associazioni e gli ambientalisti dando queste motivazioni: “Quella è un’area industriale, non così vicina all’abitato: sono almeno 500 metri, e ci sono realtà come Legambiente che approvano impianti di questo tipo. Più in generale posso dire che stiamo vivendo un momento, non temporaneo, in cui il costo dell’energia è quello che è. Tivoli è una città che ha un suo piano regolatore che fissa alcune destinazioni d’uso. Io torno a chiedere: si può vivere di solo turismo? Dove è possibile va garantito uno sviluppo industriale”.
Francamente la risposta del sindaco Proietti ha lasciato molte perplessità e dubbi, ed è stata anche motivo di attrito proprio con le associazioni del territorio. Certo che come motivazione a sostegno del biometano mettere la creazione di posti di lavoro e la disoccupazione giovanile è abbastanza singolare, specialmente se queste parole sono state pronunciate da una persona che per molti anni ha lavorato al Ministero dei Beni Culturali e ha sempre avuto una sensibilità importante per la difesa e la tutela del territorio e del paesaggio.