Si è svolta oggi in tribunale la prima udienza che vede imputato il conosciuto writer romano Geco. Il giovane è accusato del reato di danneggiamento per oltre 36 graffiti. Le sue ‘opere’ compaiono infatti in moltissime zone della Capitale.
Chi è il writer Geco e di cosa è accusato
Trent’anni, writer per l’appunto o artista di strada, il suo vero nome è Lorenzo Perris. Questa l’accusa che oggi viene mossa contro di lui: «Imbrattava e danneggiava strutture e infrastrutture pubbliche di interesse storico artistico del Comune di Roma».
I graffiti e i tag del writer a Roma
Nel mirino delle accuse rientrano i graffiti realizzati sui muri di diverse stazioni ferroviarie, metropolitane, sottopassi, nonché la banchina del Tevere di Porta Portese, l’Arco dei Quattro Venti a Villa Pamphili e Parco degli Acquedotti. La procura ha avviato il procedimento a seguito di una denuncia presentata nel 2020 dal Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale.
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La denuncia
Come anticipato, la vicenda che vede protagonista il noto writer è iniziata nel 2020 quando il giovane venne denunciato a piede libero a seguito di una perquisizione domiciliare presso la propria abitazione a San Lorenzo. Durante la perquisizione venne sequestrato il suo computer, il telefonino e vario materiale così da poter risalire all’identità del conosciuto writer.
Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro più di 1000 adesivi, decine di bombolette spray, attrezzi tecnici come funi da arrampicata o estintori modificati come diffusori da vernice. Infine pc e apparecchiature elettroniche. E adesso per tutto questo la Giustizia potrebbe chiedergli il conto.
Il post di Virginia Raggi
Ad ogni modo l’episodio non passò certo inosservato, come testimoniò il post su Facebook dell’allora Sindaca Virginia Raggi che elencò con un post su Facebook quanto ritrovato nell’appartamento:
«Centinaia di bombolette spray, migliaia di adesivi, funi, estintori, corde, lucchetti, sei telefoni cellulari, computer, pennelli, rulli e secchi di vernice. Era considerato imprendibile ma ora Geco è stato identificato e denunciato. Ha imbrattato centinaia di muri e palazzi a Roma e in altre città europee, che vanno ripuliti con i soldi dei cittadini. Una storia non più tollerabile»
Nel corso dell’udienza Roma Capitale si è costituita come parte civile, mentre parti offese nel provvedimento oltre al Campidoglio anche l’associazione Villa Pamphili e Strada dei Parchi Spa.