Ultima Generazione, 3 attivisti condannati dal Tribunale Monocratico di Roma per i fatti in Senato del 2 gennaio 2023: l’entità della pena.
Gli attivisti di Ultima Generazione sono stati condannati a 8 mesi di reclusione con sospensione della pena e una provvisionale da pagare a Senato, Ministero della Cultura e Campidoglio. L’ammenda ammonta a 60mila euro. Un capitale importante che deve essere restituito nel tempo.
Poteva andare molto peggio per 3 attivisti che, nel gennaio dello scorso anno, hanno imbrattato la parete del Senato di vernice rossa per accendere i riflettori sulla crisi ambientale e climatica. L’emergenza esiste, per questo sono state riconosciute le attenuanti del valore morale e sociale dell’atto.
Ultima Generazione, condannati 3 attivisti
Altrimenti la condanna sarebbe stata molto più aspra: fino a 5 anni di carcere. Questo era lo scenario iniziale, al punto che gli attivisti – sotto Natale – sono andati anche dal Papa per cercare di far sentire la propria voce. La Santa Sede ha letto un comunicato, poi i rappresentanti di UG si sono presentati durante la consueta celebrazione dell’Immacolata Concezione e un Cardinale gli ha prestato “udienza”.
Li ha fatti parlare in pubblico per qualche minuto. Intercessione che non è bastata a evitare una conclusione annunciata, con un esito altrettanto prevedibile. Il lavoro dei legali ha comunque tamponato possibili ripercussioni. Da 8 mesi a 5 anni la sostanza cambia e parecchio, ma gli attivisti continuano i loro moti di protesta.
Danneggiamento aggravato per i fatti al Senato
Non basta il Tribunale Monocratico di Roma a fermare le convinzioni del gruppo. Gli argomenti restano in primo piano, malgrado le polemiche del Presidente del Senato Ignazio La Russa e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Le perplessità, stavolta, arrivano anche dal Ministro dell’Ambiente e della Transizione Ecologica Gilberto Pichetto Fratin e dell’opposizione.
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I metodi di Ultima Generazione sono sempre stati divisivi. Queste spaccature vengono considerate al pari di un “successo” tra gli attivisti che hanno fatto sapere di voler continuare i propri atti sovversivi. La diatriba con le autorità è appena cominciata, o forse non è mai finita.