È stata un’escalation di insulti, ma anche di minacce, persino di morte, quelle che un 44enne disoccupato, originario di una cittadina in provincia di Terni, ha rivolto nel 2020 all’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e ai familiari di quest’ultimo. Fatti per i quali ora Luca G. è imputato per atti persecutori in un procedimento penale in un’aula di giustizia del Tribunale di Roma.
Le mail all’indirizzo della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Tutto ha avuto inizio il 31 marzo con mail inviate all’indirizzo della Presidenza del Consiglio dei ministri, nelle quali offendeva il premier: ‘Lurido terrone’ scriveva tra le altre cose, come riportato da La Repubblica. Ma non è finito qua, perché le mail sono proseguite fino al 22 aprile. Messaggi nei quali, poi prendeva di mira anche la mamma di Conte e poi anche il figlio. ‘Ti deve crepare tuo figlio tra le braccia’. E da quel momento in poi sembra che il figlio del Presidente del Consiglio sia diventato il principale bersaglio, al quale continuava ad augurare la morte ‘dopo una malattia incurabile’.
Il contenuto dei messaggi faceva paura
Mail che iniziavano a fare paura. Minacce che hanno fatto temere per l’incolumità di Conte e dei suoi familiari, con particolare attenzione per il figlio che sembrava l’oggetto predestinato degli insulti del 44enne. È stato proprio per questa allarmante e interminabile serie di messaggi che la Polizia, Digos e Postale, si è mobilitata risalendo all’autore.
Il 44enne stalker a processo
Il 44enne era già noto alle forze dell’ordine, per reati minori, ma non faceva parte di gruppi politici, un uomo che all’improvviso, senza alcun motivo apparente, ha deciso di scagliarsi contro Conte, con comportamenti che hanno configurato non solo le minacce, ma anche gli atti persecutori. Di quel comportamento ora dovrà dare conto a un giudice di fronte al quale è stato chiamato a comparire.
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