Diciotto anni di carcere. E’ questa la condanna inflitta a Salvatore Casamonica per traffico di droga, così come quella per il suo socio in affari Tomislav Pavlovic. Leggermente inferiore quella invece prevista per un terzo imputato, Silvano Mandolesi, originario di Marino, per il quale il Giudice ha stabilito una condanna a 15 anni. E dunque quello che doveva essere il più grande carico di droga, cocaina per l’esattezza, mai approdata all’ombra del Campidoglio ha avuto un epilogo ben diverso da quello sperato dai trafficanti.
Le indagini
La vicenda conclusasi oggi trae origine da una maxi indagine della Guardia di Finanza che risale al 2019. Il sodalizio aveva avviato contatti con i narcos sudamericani stringendo accordi per l’importazione in Italia dell’intera produzione annua di cocaina loro riferibile, stimata in circa 7 tonnellate. I trasporti dei carichi di droga dovevano avvenire utilizzando un aereo privato, sul quale sarebbe stata stivata circa 1 tonnellata di droga per viaggio.
Le indagini furono complesse e articolate: a metodi “tradizionali” vennero affiancati diverse operazioni speciali aventi l’obiettivo di infiltrare nell’organizzazione criminale agenti sotto copertura, che riuscirono poi a entrare in contatto con Casamonica, conquistandone la fiducia e ottenendo dal pregiudicato compiti di assoluta delicatezza, fondamentali ai fini del perfezionamento delle importazioni di droga, fino al reclutamento del pilota e dell’aereo a bordo del quale sarebbe stata trasportata la droga. A tal fine, si rivelò preziosa la collaborazione con la D.E.A. statunitense, che ha messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria italiana un proprio agente e un aeromobile.
Le piazze di spaccio
La droga era destinata, su Roma, alle piazze di spaccio dei quartieri Porta Furba, Quadraro e Anagnina. Un fiume di cocaina che, in parte, sarebbe andata a rifornire il mercato di Napoli. Per questo affare Salvatore Casamonica aveva investito 4 milioni e mezzo di euro, contando di triplicare, come minimo, l’investimento.