Una banale discussione degenerata all’improvviso in un brutale pestaggio che sarebbe potuto finire in tragedia. Succede all’Eur, a Roma, teatro di un’aggressione di una ferocia inaudita ad opera di un gruppo di giovani – uno dei quali all’epoca dei fatti era ancora minorenne – che hanno malmenato altri due ragazzi ferendoli in modo grave.
Ora però il cerchio su di loro, dopo mesi di complesse indagini condotte dagli investigatori del IX Distretto Esposizione, si è stretto e i responsabili sono stati individuati dalla Polizia. Su di loro l’accusa è gravissima: tentato omicidio in concorso. Del resto altrettanto grave era stato il quadro clinico per le vittime, con una di queste che, a seguito dell’aggressione, aveva perso la vista da un occhio.
L’aggressione dopo la lite
Quanto accaduto risale al 15 gennaio scorso di fronte ad un noto fast food dell’Eur; le vittime, 2 ragazzi poco più che ventenni, insieme ad un amico, sono state aggredite da un gruppo di ragazzi con i quali, per futili motivi, avevano discusso poco prima. Uno degli aggressori avrebbe spaccato una bottiglia e con il coccio avrebbe colpito svariate volte al volto la più giovane delle vittime. Proprio a seguito di ciò il ragazzo ha poi perso la vista all’occhio destro; l’altra vittima è stata invece percossa con calci e pugni.
La complessa indagine della Polizia di Stato, avviata dopo i fatti e condotta in stretto coordinamento con la Procura ordinaria e con la Procura dei minori, ha permesso di arrivare così in queste ore all’identificazione di 2 giovani, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti, che insieme avrebbero attentato alla vita dell’altro ragazzo. Per entrambi gli indagati, le rispettive Procure hanno chiesto ed ottenuto, dai Giudici per le indagini preliminari, una misura cautelare. Resta invece indagato un terzo ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti, individuato nell’ambito della stessa indagine.
Le indagini
Per il minore è stato disposto inizialmente il collocamento presso l’IPM, poi, la Magistratura specializzata ha deciso per il collocamento in una comunità; mentre a carico del maggiorenne è stata applicata la misura degli arresti domiciliari. In entrambe le ordinanze il reato contestato è il tentato omicidio in concorso.