È arrivato il pronunciamento del tribunale di Roma, sul tentato duplice omicidio dei fratelli Emanuele e Alessio Costantino, contestato a Raul Esteban Calderon. La magistratura capitolina ha emanato sentenza di condanna, nei confronti di Calderon, a 12 anni di carcere con rito abbreviato.
I due fratelli Costantino vittime di un agguato
I due fratelli sarebbero stati vittima di un agguato che si è consumato il 13 luglio del 2021 in viale dell’Alessandrino a Roma, poiché mesi prima avevano riempito di botte il nipote di Giuseppe Molisso, considerato dagli investigatori il boss della Nuova Camorra, legato al clan Senese. Tra Molisso e il padre dei due Costantino, Andrea, conosciuto con il soprannome di ‘Er verdura’, non corre buon sangue. Dalle risultanze investigative, ricreati tutti i collegamenti, è poi emerso che a impugnare la pistola, una calibro 9×21, che dopo aver colpito Emanuele alla spalla e alla mandibola, poi s’è inceppata, Autore materiale dell’agguato era stato Raul Esteban Calderon, seppure con volto coperto da cappello e mascherina. Lo stesso uomo ritenuto l’autore dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, Diabolik. Anche Molisso è stato raggiunto da provvedimento di fermo il 24 gennaio del 2022, essendo stato ritenuto il mandante.
Le attività investigative che hanno portato a Molisso e Calderon
A ricostruire la vicenda sono stati i Carabinieri di Roma. Attività investigative svolte alla ‘vecchia maniera’ con intercettazioni e pedinamenti che hanno permesso di individuare in breve il movente, le botte al nipote di Molisso, ma anche la dinamica del tentato omicidio. Un tentato agguato finito nel nulla grazie a una pistola inceppata, ma per il quale il pubblico ministero di udienza aveva avanzato richiesta di condanna a 16 anni di reclusione. Istanza che la magistratura aveva, evidentemente ritenuto eccessiva, pronunciandosi con una condanna a 12 anni.
Ora si aspetta la decisione dei giudici per l’omicidio Diabolik, il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, del quale si è celebrata la prima udienza, lo scorso 23 febbraio, e che vede un’altra volta sedere sul banco degli imputati l’argentino Raul Esteban Calderon.