Talpa al Tribunale di Roma, Camilla Marianera rimane in carcere. Aveva provato a richiedere gli arresti domiciliari il suo legale, l’avvocato Marco Marronaro, con il Tribunale di Riesame di Roma che ha rigettato l’istanza. Le motivazioni di fondo, vedendo le indagini poste dai pm e le motivazioni della loro scelta, ruoterebbero attorno alla pericolosità della stessa Marianera, diventata una fonte d’informazioni per i clan criminali della Capitale.
La talpa al Tribunale di Roma, negati i domiciliari a Camilla Marianera
Attualmente, l’aspirante avvocatessa sta scontando la pena in carcere insieme al proprio compagno, Jacopo De Vivo. Proprio con lui aveva orchestrato un sistema criminale, dove spacciavano informazioni “top secret” riguardo le indagini della Procura di Roma ai criminali, sotto lauti pagamenti. Informazioni non solo sulle indagini a determinati soggetti, ma addirittura, con l’aiuto di una “talpa” interna agli uffici della Giustizia romana e ancora rimasta senza volto, riuscivano a dare anche informazioni riguardo le intercettazioni verso determinate persone legate alla criminalità romana. Dati utili per aggirare, o addirittura ostacolare, le mosse della Giustizia nei loro confronti.
Camilla Marianera quindi rimane in carcere, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa fornita dai pm, la giovane avvocatessa, insieme al proprio compagno, “erogava utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e addetto all’ufficio intercettazioni, perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti nel rilevare l’esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto, l’esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta”.
Ora sarà da capire il volto della “talpa” di piazzale Clodio, cui neanche le perquisizioni sugli smartphone hanno chiarito l’identità. Chiunque ricoprisse questo ruolo, passava informazioni coperte da segreto di ufficio alla giovane avvocatessa. Informazioni che probabilmente partivano, o addirittura passavano, per l’Ufficio Intercettazioni, quello di Sorveglianza e addirittura la Corte d’Appello.
Talpa nel tribunale di Roma: Camilla Marianera chiede i domiciliari