Stadio della Roma, gli alberi sono a rischio. Il piano di costruzione della struttura prevede l’abbattimento di 80 arbusti. È polemica.
Pietralata, lo stadio non s’ha da fare. Sono iniziati i programmi che daranno seguito ai lavori per il nuovo stadio della Roma, c’è accordo su (quasi) tutto, ma non mancano gli ostacoli. I residenti di Pietralata inizialmente erano contrari per la mobilità: cambiare la circolazione in nome di una struttura che diventerà totalizzante non è la soluzione migliore secondo gli abitanti.
Polemiche a parte, i lavori e gli incontri con le autorità competenti sono andati avanti. C’è anche un sito pubblico con l’andamento del progetto, che mostra nel dettaglio le fasi che accompagneranno la costruzione del nuovo impianto sportivo. Leggermente più piccolo dell’Olimpico, ma con tante novità al suo interno.
Nuovo stadio della Roma, ancora problemi
Non ultimo il museo della squadra, ma anche attività ricreative, ristoranti e centri commerciali. Senza contare la bonifica della zona, ma proprio su questo punto – in parte – sorge il problema: costruire lo stadio a Pietralata significa anche abbattere 80 arbusti oggetto di salvaguardia. Lo dice la Legge 40 in materia arborea.
Il provvedimento è stato redatto ai tempi della Giunta Raggi e prevede la tutela di alberi che superino il diametro di 25 centimetri. Tradotto: è impossibile abbattere esemplari protetti anche se c’è necessità di costruire. Proprio partendo da questo presupposto il comitato contrario alla costruzione dello stadio ha formalizzato una richiesta di accesso agli atti per impugnare la decisione di procedere con i lavori.
L’impatto ambientale
La Roma aspetta, ma si difende grazie a una tavola del rilievo arboreo che dimostrerebbe come la struttura non solo sia fattibile, ma rispetterebbe anche i criteri ambientali. Ci sarebbero, infatti, 800 alberi da abbattere. Le potature, però, non avverrebbero a caso: gli esperti avrebbero sottolineato quali possono essere tagliati e quali, invece, devono essere preservati. Inoltre, subito dopo l’eventuale abbattimento – si legge nel piano arboreo presentato dalla società giallorossa – saranno messe a dimora circa tremila alberature.
Quindi si tratterebbe anche di un rinnovo sul piano della flora urbana. La tesi della Roma, però, non convince appieno: tre mesi fa sul tema è stata chiesta una Commissione Ambiente con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato. Ancora nessuna convocazione. Fin quando non ci sarà un tavolo di studio, le manovre di avvicinamento ai lavori restano in stallo.
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16 anni di attesa
Così come i sogni di gloria dei giallorossi. I Friedkin puntano molto sullo stadio di proprietà, ma la faccenda sembra essere più complicata del previsto. L’impianto – a livello di possibilità – nasce nel 2008. Il primo a volerlo fu Franco Sensi. A distanza di 16 anni resta ancora un sogno tutto romanista. La realtà, però, è ben diversa.