A volte per non lavorare si cercano le scuse più disparate. Ed è proprio il caso di un controllore in servizio a Roma che, una volta ricevuta la lettera di licenziamento, ha spiegato all’azienda: ‘Sono apolide non posso multare nessuno’. Ma la scusa, o il chiarimento che dir si voglia, non ha convito Atac che è stata irremovibile sul licenziamento del suo dipendente sfaticato. A raccontare nel dettaglio la vicenda è Repubblica che spiega anche come l’ormai ex dipendente abbia cercato di essere reintegrato presentando ricorso in tribunale.
La lettera di licenziamento e i tentativi di essere rintegrato
Ad agosto scorso il controllore si sarebbe visto recapitare una lettera di licenziamento che specificava come il provvedimento era stato preso in quanto non risultava che nell’orario di lavoro l’uomo avesse mai proceduto a comminare alcuna contravvenzione. Di fronte alla posizione dell’azienda l’ex dipendente si è opposto specificando di aver sempre lavorato, aiutando i colleghi e guidando il mezzo aziendale. Poi è arrivata la rivelazione: ‘Sono apolide’. Un’asserzione che avrebbe documentato con un’autocertificazione per nulla sufficiente a convincere la dirigenza dell’Atac che forse, di fronte a quell’ulteriore chiarimento deve essersi anche indispettita, sentendosi presa in giro.
Il tentativo di ricorrere davanti al giudice del Lavoro che ha confermato l’operato dell’Atac: lincenziato
Non contento l’ex controllore si sarebbe rivolto anche al Tribunale del Lavoro, al quale avrebbe presentato regolare ricorso nella speranza di vedersi riconosciuti i suoi diritti – reali o presunti-, sperando forse nel buon cuore del magistrato di udienza e in un pronunciamento di reintegrazione sul posto di lavoro. Anche in questo caso, però, sembra aver fatto male i conti, perché il giudice è stato ‘implacabile’, ed esaminati gli atti di causa, solo qualche giorno fa ha pronunciato sentenza con la quale ha confermato il licenziamento del fannullone così come disposto da Atac.