Sibilla Barbieri in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito. In Italia glielo avevano negato: autodenuncia per il figlio e Cappato.
L’attrice e regista Sibilla Barbieri, malata oncologica da diverso tempo, è volata in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito. I titoli di coda della propria vita li ha decisi lei, non in Italia: la ASL nostrana le ha negato questa possibilità. Allora la donna non si è arresa ed è andata alla ricerca di un aiuto. Una mano tesa in un momento così complicato: l’appoggio incondizionato – in questa scelta così difficile – è arrivato da Marco Cappato. Uno dei pionieri, grazie all’operato dell’Associazione Luca Coscioni, per quel che riguarda il fine vita.
È stato lui ad accompagnare la donna, insieme al figlio e all’ex Senatore Radicale Marco Perduca. Un viaggio, quello che l’ha portata in Svizzera, lungo e pieno di riflessione. L’interprete e regista parla di discriminazione: “Questa situazione deve essere presa in esame. Simili discriminazioni non devono più esserci”, ha detto. La donna ha rivendicato il diritto di staccare la spina in maniera consapevole – se lo si sceglie – quando arriva la condizione di malati terminali.
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Sibilla Barbieri, l’attrice e regista ricorre al suicidio assistito: “Sono in Svizzera, l’Italia non me lo ha permesso”
Un destino comune a troppe persone che si sentono prigioniere in un corpo che non risponde più come dovrebbe. La donna ha scelto di porre fine alle proprie sofferenze all’età di 58 anni. Ora chi l’ha agevolata in quest’ultimo atto si autodenuncerà alla Stazione dei Carabinieri di Roma Vittorio Veneto aspettando il responso e le possibili conseguenze. Anche Cappato farà questo passo. L’ha già compiuto per altri. A sostenere la famiglia Barbieri e Cappato, Filomena Gallo: legale dell’Associazione Coscioni che cercherà di mettere un punto e a capo diverso dalle attuali premesse in attesa di capire se e quando ci sarà spazio per determinate iniziative (legate al fine vita) anche in Italia.
Non tutti possono permettersi determinati viaggi per assecondare certe volontà. Anche se sono le ultime. L’Associazione Luca Coscioni si batte proprio perchè porre fine a certe sofferenze sia un diritto e una possibilità per tutti, anziché un privilegio collegato a inevitabili rischi.