Sfratto a Casapound, il Comune di Roma vuole acquistare l’immobile di via Napoleone III e destinarlo all’emergenza abitativa. Continua la soap opera tra il Comune di Roma Capitale e il movimento politico di Casapound, che da anni vede la minaccia di essere sfrattato dalla storica sede dell’Esquilino. Le intenzioni del Partito Democratico, così come del sindaco Roberto Gualtieri, sono chiare da anni, in un obbiettivo che ormai è diventata un’ossessione nella Sinistra romana.
Il sindaco Gualtieri vuole acquistare il palazzo dove si trova Casapound
La maggioranza capitolina ha stillato un documento, dove segnala alla Giunta gli immobili da acquistare e destinare all’emergenza abitativa. Tra questi, emerge il palazzo di via Napoleone III, storica sede di Casapound e che da tempo istituzioni a vario titolo vorrebbero liberare da quella che viene definita “un’occupazione abusiva” da parte del movimento politico. La sede delle “tartarughe” rientrerebbe nel progetto del Piano Casa 2023, con l’immobile che dovrebbe essere acquistato per essere destinato all’emergenza abitativa.
Peccato non si tenga conto di un aspetto. La sede di Casapound in questione, all’interno del quartiere Esquilino, già offre un tetto per le famiglie italiane in stato di emergenza abitativa. Il Comune di Roma, quindi, per perseguire la propria agenda politica, rimanderebbe in strada delle persone nullatenenti? Indipendentemente dalle conseguenze e gli scandali che genererà, il Comune però sembra convinto a comprare quel locale.
Oggi, lo stabile di Casapound è di proprietà del demanio. In una situazione poco chiara, lo stesso movimento politico vivrebbe un contenzioso con l’Agenzia del Demanio. Eppure, nonostante ciò, i locali di via Napoleone III risultano tra i 65 immobili messi nel mirino dal Campidoglio. L’obiettivo è garantire nuovi luoghi dove ospitare le persone senza fissa dimora, magari con l’intenzione di toglierli dalle strade viste quali situazioni si stanno vivendo tra Centro Storico e periferia con l’emergenza abitativa.
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