Gli animali della Sfattoria degli Ultimi di via Arcore a Roma possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento. La loro condanna a morte, che sembrava imminente, è stata sospesa.
Tutto è rimandato, infatti, al 14 settembre, giorno in cui il Tar del Lazio ha fissato l’udienza, impedendo di fatto alla Asl di accedere alla Sfattoria fino a quella data. E’ proprio il Tar, che ieri aveva rigettato il ricorso presentato contro l’abbattimento dei 130 suidi ospitati nel rifugio, adesso ha fatto marcia indietro.
Accettata la sospensiva
Ma attenzione: questo non significa che gli animali non verranno abbattuti, ma solo che la sospensiva richiesta dai gestori del rifugio e dagli animalisti è stata accettata. Questo darà modo di ascoltare, in fase di dibattimento, le ragioni che spiegano i motivi per cui i suini e cinghiali, che non sono destinati al consumo umano, ospitati nel rifugio e che risultano essere perfettamente sani, non dovrebbero essere abbattuti secondo gli animalisti.
La notifica di abbattimento
La Asl Roma 1 aveva notificato l’abbattimento degli animali a seguito del rischio di peste suina, a causa di alcuni casi di contagio in zona, ma non nel rifugio. Era stato deciso di uccidere gli animali mediante elettroshock, una pratica dolorosa per i suidi e duramente contrastata dagli animalisti, che avevano formato delle barricate umane per evitare che questo avvenisse.
Donna morta alla notizia del ricorso respinto dal Tar
Ma la cosa più brutta è stata che ieri, alla notizia che il Tar aveva respinto il ricorso, July, una 50enne che stava seguendo da vicino la vicenda della Sfattoria degli Ultimi, ha avuto un malore. L’infarto l’ha colpita all’improvviso, non lasciandole scampo. La donna è morta qualche ora dopo. Non ha avuto neanche il tempo di sapere che i giudici del Tar, forse anche influenzati da quanto le era successo, avevano cambiato idea.