L’autostrada A1 ieri, domenica 8 gennaio, è diventata teatro di pericolosi scontri tra tifosi. Da una parte le tifoserie della Roma e dall’altra quelle del Napoli che non hanno esitato a darsi battaglia a colpi di spranghe e bastoni. Ad essere coinvolti nei tafferugli — che hanno paralizzato il traffico per circa un’ora creando non pochi disagi — 350 ultras. Tutto è cominciato nell’area di servizio di Badia al Pino, la medesima dove, nel 2007, perse la vita Gabriele Sandri.
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Scontri sull’A1, identificati parte dei tifosi
Oggi, a poche ore di distanza dal terribile accaduto che solo per una mera e fortuita casualità non ha sfiorato la tragedia, gli agenti della Digos sono riusciti ad identificare parte dei tifosi che ieri hanno preso parte agli scontri. Ciò è stato reso possibile grazie alle telecamere di videosorveglianza della presenti nell’area di servizio di Badia al Pino. Secondo le prime informazioni i tifosi giallorossi che avrebbero partecipato ai tafferugli sarebbero 115, 80 invece i tifosi napoletani ai quali è stato poi impedito l’accesso allo stadio di Genova dove si stava tenendo la partita Sampdoria-Napoli. Invece, attualmente, ad essere arrestato è il tifoso romanista rimasto ferito negli scontri e che con i propri mezzi si è poi recato all’ospedale di Arezzo per farsi medicare.
Le indagini e i reati
Adesso, su questa vicenda sarà il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi ad aprire un fascicolo di inchiesta dopo aver preso nota dal rapporto redatto dalle forze dell’ordine che sono intervenute per riportare la situazione alla normalità. Sono diversi i reati che gli investigatori stanno ipotizzando per i responsabili. Si va dall’attentato alla sicurezza sui trasporti fino all’interruzione di pubblico servizio. Le accuse sono pesanti e le rispettive sanzioni per coloro che hanno preso parte a quest’atto di guerriglia urbana potrebbero esserlo altrettanto.
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