Sciopero dei treni, caos giovedì scorso alla stazione Termini a Roma. Una capotreno è stata aggredita da alcuni passeggeri spazientiti per le attese e i disagi dovuti alla mobilitazione andata in scena il 13 luglio. E nel trambusto la donna del personale delle ferrovie è finita in Ospedale.
A denunciare l’accaduto è il Sindacato della Fit-Cisl del Lazio che sottolinea anche il paradosso di quanto accaduto considerando che lo sciopero puntava a richiedere, tra gli altri, maggiore sicurezza per chi lavora sui treni. Sulla banchina però, quando erano da poco passate le 18.00, gli animi si sono surriscaldati e a farne le spese è stata la giovane capotreno.
Capotreno in Ospedale con il polso rotto: aggressione choc a Termini
I fatti sono in fase di ricostruzione e in tal senso stanno operando gli agenti della Polizia Ferroviaria unitamente ai colleghi della Polizia di Stato. “Giovedì alle ore 18, ovvero tre ore dopo la fine dello sciopero che abbiamo indetto per ieri, a livello nazionale e unitario, anche per chiedere più sicurezza per il personale dei treni – spiega Fabio Bonavigo, responsabile del Dipartimento delle Attività Ferroviarie e Servizi della Fit-Cisl del Lazio – una giovanissima capotreno in servizio su un mezzo a Roma Termini è stata aggredita, riportando una frattura al polso e una prognosi di 30 giorni. Non è possibile che i lavoratori fronteggino sempre più frequentemente questi episodi: quanto avvenuto è la rappresentazione plastica del fatto che le ragioni della protesta sono sacrosante e che dobbiamo essere ascoltati”.
Chiesta maggiore sicurezza
Dal Sindacato quindi aggiungono: “Servono risposte concrete e rapide da parte delle aziende e delle istituzioni tutte, perché non è accettabile che i lavoratori debbano uscire di casa temendo per la propria incolumità. Le condizioni di lavoro del personale frontline devono essere sicure: vanno adottate misure rapide – si deve ad esempio rimpinguare l’organico per evitare che i lavoratori siano lasciati soli a gestire situazioni potenzialmente pericolose – e al tempo stesso deve essere diffusa a ogni livello una cultura del rispetto nei confronti di persone che garantiscono quotidianamente un diritto collettivo”.