Ama ha scelto il ‘pugno duro’ contro i netturbini che a causa di malanni vari erano stati esentati dal servizio in strada e lavoravano solo in ufficio: li ha sospesi. E sono stati ben 83 gli operatori ecologici che non dovranno tornare in servizio e soprattutto non riceveranno retribuzione finchè non saranno in grado di riprendere a pieno l’attività lavorativa.
La decisione dell’azienda dopo i vari ‘malanni’ degli operatori ecologici
I numeri hanno indotto la municipalizzata a prendere provvedimenti, perché tra i ‘malati’ non in grado di svolgere il servizio in strada, quello più urgente per la città, ne risultano 1.688, come riporta Repubblica, mente 4.427 lavorano regolarmente nella pulizia delle strade, trasporto rifiuti e raccolta. Insomma un po’ pochini per le esigenze di una città come Roma. Tra coloro che sono destinati a lavori più leggeri, i 1.688 indicati, ce ne sono 208 che risultano ‘inidonei’ dei quali 125 a tempo indeterminato, 83 a tempo determinato. Una situazione allarmante che solo qualche giorno fa era anche peggiore visto che erano 138 coloro che stavano così male da non poter svolgere attività su strada. Ora il numero si è ridotto a 83, ma questi ultimi sono stati sospesi.
Lo scontro con i sindacati che chiedono la revoca del provvedimento
Di fatto, però, questa presa di posizione dell’Ama ha dato vita a uno scontro con i sindacati che si dicono pronti a organizzare manifestazioni di protesta, invitando l’azienda a rievocare i provvedimenti. Intanto Ama ha organizzato un servizio di Security e ha arruolato Renato Marra e Stefano Iachini, quest’ultimo noto per aver fatto a pugni con un venditore ambulante. Ma il problema degli inidonei permanenti, 125, e dei parzialmente inidonei 1.688, resta. Di fatto Ama da tanto tempo fa i conti con operai che mandano certificazioni mediche per astenersi da lavori pesanti o proprio dal lavoro. Una situazione che, ovviamente, si ripercuote sul servizi di raccolta e di fronte alla quale ha ritenuto di dover prendere provvedimenti.
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