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Roma. «T’ammazziamo, non sai chi siamo noi». Si rifiutano di pagare il conto, ma interviene un pugile: caos al ristorante

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si rifiutano di pagare il conto al ristorante giapponese e minacciano il titolare, ma interviene un cliente pugile
Si sono seduti nel ristorante giapponese Hayashi Sushi di via Faleria, a Roma, e hanno iniziato a ordinare di tutto. Un lauto pasto, oltretutto gradito, visto che i piatti venivano rimandati indietro vuoti. Ma, al momento del conto, invece dei soldi sono arrivate le minacce. «Non ti paghiamo, siamo mafiosi, meglio per te se ti stai buono», hanno detto al cameriere.

Mangiamo e non paghiamo

Il fatto è accaduto nei giorni scorsi nel noto ristante in zona San Giovanni. I due “clienti”, entrambi italiani dall’età apparenti di circa 35-40 anni, alla fine del pranzo si sono alzati senza voler saldare il conto.
Il cameriere, sentendosi minacciato, ha chiamato il titolare. I due hanno alzato il tono. Spacciandosi per appartenenti a un non ben specificato clan, pretendevano di non pagare il conto e di andarsene.

L’intervento del cliente

Ma al tavolo vicino, ad osservare la scena, c’era un cliente che, sentendo tutto, decideva di intervenire. Con molta calma, restando seduto, ha detto: «Forse è il caso che la smettiate e paghiate quanto consumato».
«E tu che vuoi? Tu non sai chi sono io», gli ha risposto uno dei due. E l’altro, di rimando: «Ti ammazzo, se non te ne vai». 
A questo punto, il cliente si è alzato e si è avvicinato, mostrando la sua stazza e sua forma fisica, di sicuro migliore di quella dei due presunti boss di quartiere, che nel frattempo stavano continuando a minacciare sia il ristoratore che il cliente.
A ogni minaccia l’uomo sorrideva, fino a quando, stufo della manfrina, ha dato loro un ultimatum a tono duro.
Ma, vedendo che il cliente li sovrastava di un bel po’, i due hanno cambiato immediatamente atteggiamento. Hanno tirato fuori il portafogli e pagato fino all’ultimo centesimo, per poi fuggire a gambe levate.

Il testimone 

«Ho visto tutta la scena mentre mi trovavo alla fermata dell’autobus di fronte al ristorante», racconta Gianmarco. «Quando è finito tutto e il ristoratore lo ha ringraziato, lui ha semplicemente risposto: Tranquilli, era un mio dovere, ciao. Ce ne fossero di persone così per la città».

Il racconto del ristoratore

Paolo, il titolare del ristorante, non è nuovo a questo tipo di esperienza. «Purtroppo non è la prima volta che succede che qualcuno non voglia pagare il conto. Stavolta c’è stato un bravo ragazzo che ci ha difeso. non smetterò mai di ringraziarlo. Abbiamo vissuto davvero dei brutti momenti, perché quei due hanno iniziato a minacciarci pesantemente». Altre volte, invece, la gente scappa prima che arrivi il conto, pur di non pagare. «Capita più spesso di quanto si possa pensare. E non solo a noi, ma in molti ristoranti. Questa volta, grazie a quell’angelo, siamo stati fortunati».

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