Una banda specializzata nelle truffe agli anziani, con tanto di “manuale di istruzioni” con le tecniche e i passaggi da seguire per ingannare i poveri vecchietti. Arrestate 17 persone, individuata la sede operativa da dove partivano le chiamate. Ipotesi associazione a delinquere per 13 di loro, tutti i particolari.
Il “manuale della truffa perfetta“. C’era l‘impiegato delle poste, l’assicuratore, l’avvocato o anche il Carabiniere: il “telefonista” diceva che un familiare doveva saldare il debito per ritirare un pacco o che aveva provocato un incidente stradale, che l’assicurazione era scaduta e che, per “sistemare” le cose, era necessario consegnare denaro o gioielli. E le vittime, ignare, ci cascavano sempre o quasi.
Una banda si era specializzata nei raggiri ai soggetti più fragili colpendo in tutto il Lazio – soprattutto a Roma – ma anche fuori Regione. Almeno 80 gli episodi contestati al sodalizio criminale nello spazio di pochi mesi. Adesso però i Carabinieri sono riusciti a stroncare il loro giro d’affari illegale.
Sgominata la banda delle truffe agli anziani: la base operativa a Napoli
L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba di oggi. Su delega della Procura della Repubblica di Roma, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, nella provincia di Napoli (da dove partivano gli ‘ordini’ per le batterie di truffatori), supportati dai comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di 17 persone (7 in carcere e 10 agli arresti domiciliari). Tra queste 13 sono gravemente indiziate di appartenere a un sodalizio criminale (art. 416 c.p.) dedito a “truffe” e “estorsioni” ai danni degli anziani mentre gli altri 4 di avere avuto un ruolo nell’esecuzione dei colpi.
Come riscontro, nel corso dell’attività di indagine, i Carabinieri hanno inoltre eseguito 10 arresti, in flagranza di reato, per truffe consumate a Roma, con contestuale recupero e restituzione della refurtiva. Vittime sempre loro, gli anziani, incapaci talvolta di difendersi da questi soggetti davvero senza scrupoli. Le indagini, svolte in particolare dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari sulla banda che aveva sede a Napoli. A tirare le fila del gruppo criminale c’era una specifica famiglia.
Chi c’era a capo della banda
Sì perché il gruppo era capeggiato dai membri di uno specifico nucleo familiare, che nel tempo si era specializzato nella commissione di una serie indeterminata di reati, per lo più truffe e talvolta estorsioni. Agivano a Roma e in generale e nel Lazio, ma non avevano problemi ad “operare” anche oltre territorio. Almeno 80 come detto gli episodi contestati nelle province di Roma, Napoli, Latina e Viterbo, nell’arco temporale tra il settembre 2022 e il marzo 2023. Sei mesi di truffi e inganni a nonnini e nonnine, per portargli via magari i risparmi di una vita.
Trovato il manuale della “truffa perfetta”
Nel corso delle perquisizioni, tuttora in corso, i Carabinieri hanno rinvenuto anche un manuale di istruzione con una dettagliata descrizione delle cose che il telefonista doveva dire alle vittime per compiere le truffe oltre a denaro contante, centinaia di schede telefoniche, decine di telefoni cellulari e un grosso quantitativo di gioielli. Una sorta di vademecum per far sì che la truffa andasse a segno.
I trucchi utilizzati erano i più comuni tra quelli ormai noti – ma che purtroppo continuano a mietere vittime – dal finto impiegato delle poste, agli altrettanto fasulli assicuratore, avvocato o carabiniere. Quindi, dopo la telefonata del malvivente, un complice passava a prelevare denaro e preziosi a casa delle vittime, che solo ore dopo, parlando con il figlio o il nipote in questione, scoprivano il raggiro.
Truffe quotidiane
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale hanno consentito di raccogliere elementi indiziari in ordine al ruolo di tutti gli indagati che in varie batterie composte da due persone, partivano tutti i giorni da Napoli con auto prese a noleggio. Le vittime venivano scelte casualmente tramite ricerche fatte in internet o sulle pagine bianche, contattate da “telefonisti” e poi raggiunte da “corrieri”.