Continuano le iniziative di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Castel Romano contro la decisione della direzione che ha disposto l’apertura del 26 dicembre, riducendo drasticamente i giorni di chiusura festiva dell’outlet. Ieri, 8 luglio 2023, giorno di sabato e primo dei saldi estivi, è andata in scena la protesta che segue la mobilitazione già effettuata a maggio. E altre iniziative saranno organizzate prossimamente. Ad indire il sit-in è stato il Sindacato USB.
Protesta a Castel Romano: “Il diritto al riposo festivo non si tocca”
I dipendenti hanno scioperato nelle ore pomeridiane, ovvero quelle del picco di vendite. La protesta, in questa data così significativa, ha avuto lo scopo, spiegano dal Sindacato, “di rivendicare il diritto al riposo festivo del 26 dicembre, ma non solo“.
“Da anni i lavoratori e le lavoratrici del Commercio si vedono sottratti diritti e tutele – si legge in una nota – da quando, con il governo Monti, le liberalizzazioni dei giorni e degli orari di apertura dei negozi hanno consentito ad aziende e centri commerciali di aprire in maniera selvaggia e spesso scellerata, come in questo caso”.
“Ma l’attacco ai diritti dei lavoratori è proseguito nei CCNL firmati dai soliti noti, che hanno legittimato ciò che la legge dispone, rendendo ordinario il lavoro domenicale con maggiorazioni risibili; e allargando le maglie dell’applicazione della flessibilità, spesso persino derogando in peggio nei contratti di secondo livello e in quelli individuali, imponendo il lavoro festivo”, prosegue il testo.
Condizioni di lavoro difficili
“Da allora chi lavora in questo settore fa quotidianamente più fatica a conciliare il lavoro con la vita privata. Non deve dunque sorprendere la reazione a questo ennesimo attacco al diritto di godere della festività, specie questa a ridosso di quella natalizia, la più sentita nel nostro Paese”.
“Ed è dunque per queste ragioni che oggi hanno scioperato numerosi: per respingere la decisione di McArthur Glen, ma soprattutto per esprimere la determinazione a riprendersi quello che in tutti questi anni è stato tolto, ossia il diritto sul proprio tempo”, concludono i Sindacalisti.
Tra le tante parole d’ordine risuonate durante la protesta, a “il festivo non si tocca!” si è aggiunto “il tempo dei commessi non è in saldo!”, perché “si lavora per vivere e non il contrario”. “E infatti, un lavoro che restringe costantemente il tempo libero a disposizione non è forse più simile alla schiavitù?”, un altro degli slogan recitati.
La protesta è presente anche online con l’hashtag #26dicembrechiusi e i lavoratori e le lavoratrici preannunciano ulteriori giornate di protesta, con il pieno supporto di USB, fino a quando la direzione non ritornerà sui suoi passi garantendo la chiusura in tale data.
Saldi estivi a Roma e nel Lazio, quando iniziano e quando finiscono (ilcorrieredellacitta.com)