Circa 4mila passaporti che dovevano essere distrutti erano finiti in giro per il mondo. Un fatto di non poco conto che ha innescato indagini serrate da parte dalla Procura di Roma, nella persona del Sostituto Carlo Villani. Attività investigative che hanno portato a formulare l’accusa di peculato nei confronti di un ex magazziniere della Zecca dello Stato che ieri, come riporta La Repubblica, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione. In buona sostanza l’indagato, incaricato materialmente della distruzione di passaporti fallati, aveva pensato bene di rubare i documenti che dovevano andare al macero e, insieme a lui sono finiti a processo anche altri due uomini, i ricettatori, condannati rispettivamente a 5 anni e 4 mesi e 3 anni e 4 mesi di carcere.
Le indagini che hanno ricostruito l’accaduto
Gli investigatori hanno appurato che l’ex magazziniere della Zecca dello Stato, incaricato di distruggere i passaporti difettosi, inserendoli nella macchina trituratrice, aveva pensato bene di nascondere quei documenti, simulandone la distruzione. Invece, li raccoglieva in sacchi della spazzatura che portava via indisturbato a bordo della propria auto.
I passaporti rubati sono stati rinvenuti in varie parti del mondo innescando le indagini della Procura
Proprio quei passaporti sono stati rinvenuti in vari Paesi, dalla Turchia al Marocco. Un ritrovamento che ha allarmato non poco gli Stati Uniti d’America che ha valutato anche l’eventualità di bloccare gli Esta, Electronic System for Travel Authorization, concessi agli italiani, si tratta di una documentazione indispensabile per raggiungere l’America. A fronte di una situazione allarmante, sono scattate le indagini della Procura di Roma che hanno ricostruito i fatti, consumati tra il 2014 e il 2015, che hanno incastrato l’ex dipendente della Zecca dello Stato e i suoi due ‘compari’. E ora è arrivato il pronunciamento della magistratura con il quale il magazziniere è stato condannato a scontare oltre sei anni di carcere.