Roma. Raddoppieranno i viaggi di Ama all’estero al fine di mandare i rifiuti della Capitale verso gli inceneritori del Nord Europa. In un primo momento erano 80mila le tonnellate di rifiuti stimate da spedire all’estero ma l’assenza nella città eterna e nel Lazio di impianti ha determinato la ricerca di altri sbocchi per un totale di 200mila tonnellate, vale a dire circa il 20% dell’indifferenziata prodotta nella Capitale.
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Rifiuti, la situazione a Roma ma non solo
Considerando la saturazione dei bacini dei due catini di Viterbo ed Albano Laziale ed il fatto che le prossime elezioni regionali hanno finito per ritardare i provvedimenti necessari per trovare alternative, nonché l’assenza di discariche per i Tmb e i tritovagliatori forniti da Ama, è difficile garantire un’ordinata gestione dei rifiuti nella Capitale. Purtroppo la situazione è delicata anche negli impianti nelle altre regioni italiane: gli spazi sono pochi e le tariffe sempre più alte. Ad inizio anno è, inoltre, attesa una delegazione del Bureau International des Expositions per comprendere se Roma è in grado di ospitare l’Expo del 2030, considerando che nel 2025 apriranno molti cantieri e sarà difficoltoso per i camion girare per strada per effettuare i lavori di pulizia.
I costi
Alla luce di ciò, Ama ha deciso di rivolgersi all’estero per avere la certezza degli sbocchi, scoprendo inoltre che i costi non sono più alti di quelli che si spendono attualmente per mandare la spazzatura in giro per l’Italia. Le differenze stanno nel fatto che all’estero non si può spedire e bruciare il talquale senza le prime lavorazioni propedeutiche, passaggio nei tritovagliatori, e poi con la delicata situazione internazionale in atto non è sempre facile trovare navi e treni disponibili per il nord Europa.
Rifiuti, il piano di Ama
Va detto che nel 2021 Ama ha chiuso, con l’aiuto di Invitalia, un gara con alcuni broker per spedire all’anno 50mila tonnellate di rifiuti all’estero. Cercati poi dall’azienda altri sbocchi in altri paesi per ulteriori 30mila tonnellate. Nelle ultime ore invece la decisione di arrivare a 200mila chiedendo spazi a Danimarca, Finlandia e Norvegia. Per gestire meglio i trasporti verso il Nord Europa, la municipalizzata vuole creare aree di stoccaggio con delle presse a Ponte Malnome, Rocca Cencia e via dei Romagnoli; il tutto in attesa del bando, previsto a fine novembre, per la costruzione del futuro termovalorizzatore.
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