Rifarsi una vita con un altro compagno non le era bastato. Aveva ancora in sospeso un conto con l’ex. Che ha pensato di saldare chiamando in aiuto suo fratello e il suo nuovo fidanzato. E organizzando con loro una spedizione punitiva nei confronti dell’uomo, già accusato ingiustamente di aver rubato e dato fuoco a un’auto.
La vendetta
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma la donna avrebbe pianificato nei minimi particolari il piano avvalendosi della collaborazione del fratello e del nuovo compagno. I fatti risalgono al 2017. Come riportato stamani da Il Messaggero il raid sarebbe scattato mentre l’ex della donna si trovava in una pizzeria in zona Ostiense, che l’uomo era solito frequentale. Al segnale fratello e nuovo compagno si sarebbero presentati dall’uomo impugnando una sorta di bastone modificato con all’estremità un martelletto frangi-vetro. La vittima a quel punto aveva provato a fuggire ma, raggiunta, era stata colpita più volte. Soltanto l’intervento dei Carabinieri, chiamati nel frattempo dall’uomo, all’epoca dei fatti 41enne, aveva evitato il peggio.
Le ferite
Ingenti comunque le lesioni cagionate alla vittima. Negli atti si parla infatti di diverse ferite profonde e infine di un trauma cranico.
L’accusa
Secondo la prima ricostruzione fatta dalla Procura la spedizione punitiva aveva un chiaro obiettivo: uccidere la vittima. Per quanto riguarda il ruolo della donna invece, ideatrice a quanto pare del piano vendicativo, quest’ultima avrebbe partecipato – seppur non all’aggressione in sé – all’individuazione del suo ex come visto, fornendo al contempo, si legge, il suo “concorso morale” nel tentato omicidio.
Il processo
E arriviamo così alle vicende più recenti. I tre soggetti sono finiti a processo, sebbene separatamente, con l’accusa di tentato omicidio premeditato. Al momento è arrivata intanto una prima condanna, nei confronti del nuovo compagno della donna; il reato è stato però riqualificato passando a “lesioni aggravate” anziché tentato omicidio. Per lui 10 mesi di reclusione con sospensione della pena. Per gli altri due invece è ancora in corso il processo.