Roma, scatta la protesta dei precari al nido. Tutti in Campidoglio per chiedere più tutela e considerazione: gli scenari.
L’educazione primaria è un rebus, il vero enigma da risolvere è nel corpo insegnante: i docenti sono contati e spesso non ci sono risorse sufficienti per andare avanti. Sempre maggiori sono le realtà che, al suono della campanella, devono mettere mano all’orario per rimodulare la situazione: mancano gli insegnanti, si cambia il lavoro giornaliero. Le ore vengono ridistribuite il più possibile, lavorando per sottrazione anziché in avanzamento.
Situazione che, però, non può durare a lungo. Senza contare che nel caso del nido i costi non sempre ammortizzano le esigenze. In estate i condizionatori non funzionavano e trattare con i bambini non era sempre facile, questo uno degli annosi problemi per quanto riguarda gli asili. La situazione è arrivata ben al di là delle peggiori aspettative: il comparto degli insegnanti lamenta la mancata proporzione 1 a 7 tra personale educativo e bambini.
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Roma, sit-in degli insegnanti al nido: “Basta precarietà, vogliamo certezze”
Quindi deve scattare anche una flessibilità oraria che non c’è: tutti non possono fare tutto. Questo concetto semplice viene scandito a gran voce con un sit-in in Campidoglio delle principali sigle di rappresentanza. Gli insegnanti sono degli educatori e vogliono maggiori garanzie soprattutto per quel che riguarda le fasce più piccole. Quindi tutti in piazza del Campidoglio dalle 16 alle 19 per dire basta ai rimandi e sperare di avere qualche certezza in più.
Questo si chiede con maggior insistenza e l’esigenza di un confronto fra le parti che deve avvenire in tempi brevi. A rimetterci – fanno sapere – non è solo la carriera di professionisti, ma anche il futuro di bambini e ragazzi che rischia (sul piano dell’istruzione e del mantenimento) di essere frammentato e senza certezze. Una rotta da invertire prima del nuovo anno, anche perchè la campanella – per molti – è già suonata.