Roma, il conto alla rovescia per il Giubileo è cominciato. 100 opere PNRR bloccate: il motivo è la burocrazia. Le reazioni della giunta.
Roma, cantiere aperto senza prospettiva. La situazione nella Capitale comincia a essere critica: i punti da tenere a mente, con un ipotetico cerchio rosso fra le priorità, sono tre. Il primo è l’Anno Santo: il Giubileo si avvicina e il 2025 sembra essere la deadline che separa passato, presente e futuro.
Il passato per le promesse fatte, il presente con più dubbi che certezze e il futuro senza riferimenti in caso di mancato rispetto della tabella di marcia. In questa manovra di avvicinamento infatti c’è anche il PNRR. E qui veniamo al secondo punto: il Piano di Ripresa e Resilienza doveva servire per rimettere in sesto il Paese e la Capitale dopo la pandemia.
Roma, 107 opere bloccate
Un iter iniziato con il Governo Draghi che sta proseguendo con l’Esecutivo Meloni. L’impegno che Roma (e non solo) ha preso è la riqualificazione del territorio in cambio di alcune tranche di soldi che dovrebbero arrivare in maniera scaglionata. Nel frattempo l’Europa vuole vedere il lavoro fatto: c’è un accordo implicito che l’Italia – e in particolare Roma – sta rispettando in parte. La Capitale, a oggi, è un cantiere aperto.
Le opere per il Giubileo procedono spedite soltanto parzialmente, ci sono molte cose da completare. Il tempo stringe e la pazienza anche. Nessuno sembra aver voglia di aspettare ancora, soprattutto dall’Europa che porta l’Italia come modello ma striglia i leader chiedendo più certezze. Al momento l’unica verità sta nei numeri: a Roma sono 107 gli interventi in avvio che però sembrano essere bloccati. Una situazione di stallo che al momento riguarda 95 risultati su 107.
PNRR e burocrazia
Tutto appaltato. Gualtieri tiene botta e promette un’inversione di tendenza. Il terzo punto, ma non per importanza, è quello legato alla diplomazia. La Capitale – e per esteso l’Italia – ha già incassato una beffa non da poco all’Expo. Vince Riad, delude Roma arrivando terza. Un tonfo che ha fatto più clamore della vittoria saudita.
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Questo vuol dire che la Capitale, per riprendersi, può solo sperare di rimettere a posto le cose. Per il Giubileo e i mesi che verranno. Anche se la prospettiva, al momento, sembra in salita. La colpa è dei cantieri bloccati per la burocrazia, ma è chiaro come il sole che oltre al mancato raccordo esistono profondi sospesi da risolvere e il tempo potrebbe non essere più un alleato ma la “scheggia impazzita” con cui fare i conti.