Sotto l’amministrazione del sindaco Roberto Gualtieri, parti il progetto del Comune di Roma Capitale per chiudere i campi rom. Un progetto che, almeno dentro il Campidoglio, aveva già preso piede durante l’esperienza di Prima Cittadina con Virginia Raggi. Un’iniziativa che però, al netto dei fatti riportati dalla cronaca romana, non andò per nulla a buon fine e conseguì a non far sparire gli insediamenti abusivi.
Il piano campi rom a Roma: il sindaco Gualtieri ci prova
Sarà una mossa molto esosa per il Campidoglio, che per la chiusura dei campi nomadi punta all’investimento di una cifra vicina ai 13 milioni. Oltre all’abbattimento degli alloggi abusivi, il Comune di Roma si occuperà della ricollocazione in alloggi sostitutivi. Un passo, secondo il sindaco Gualtieri, che potrebbe portare al superamento del classico “campo nomadi”, andando ad agire su una delle criticità più evidenti del territorio comunale.
Il bando comunale per il superamento dei campi nomadi a Roma
Il Comune di Roma Capitale, in queste ore, ha fatto partire un bando pubblico per trovare un operatore che valuti l’impatto sociale sul piano dei campi nomadi nella Capitale. L’ente farà le dovute verifiche sulla situazione, per un corrispettivo di 135 mila euro. Tale mossa, all’interno della Giunta capitolina, cercherà di provare a riparare agli errori compiuti con lo scorso progetto per la chiusura delle favelas capitoline.
Un azione mirata su sei campi nomadi di Roma
Il Consiglio Comunale ha deciso di agire, attraverso un documento programmatico e sei avvisi pubblici, sui siti nomadi di Candoni, Salviati, Lombroso, Castel Romano, Gordiani e Salone. Dovrà esserci, in questo percorso, un ente terzo che valuterà l’agire del Campidoglio su questa delicata tematica. Ma soprattutto, dovrà valutare come tutto funzioni in virtù dello scopo, ovvero la decennale questione legata alla chiusura dei campi nomadi sul territorio di Roma Capitale e su cui – precedenti sindaci – si sono arenati.