Paura nel carcere di Rebibbia teatro dell’ennesima aggressione ai danni degli agenti della Polizia Penitenziaria. Un detenuto, fingendo un malore, si è fatto portare in infermeria prima di estrarre una lametta con la quale ha minacciato il personale e tentato la fuga.
Aggressione nel carcere di Rebibbia
A riportare la notizia è il Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. L’aggressione si è verificata nei giorni scorsi: nella circostanza un agente è rimasto ferito dato che il prigioniero, per cercare di scappare dall’infermeria, non ha esitato a colpirlo con una testata e con un pugno. Il tutto dopo aver estratto dalla bocca una lametta che aveva accuratamente occultato.
Staccato a morsi il dito di un agente
L’episodio segue peraltro quanto accaduto giusto un paio di mesi fa, sempre nel penitenziario di Rebibbia. In quel caso si era verificata un’altra aggressione brutale e cruenta nella dinamica nuovamente ai danni di un agente con un detenuto che aveva sferrato un morso al mignolo del poliziotto ingoiando poi l’arto mutilato senza pensarci due volte.
L’allarme sicurezza nelle carceri romane
Insomma, il quadro è lampante da tempo ma nessuno sembra intenzionato a voler prendere provvedimenti. Del resto l’ultimo episodio registrato è la riprova di un conclamato allarme-sicurezza, come più volte denunciato dal Sindacato, che riguarda tutti gli Istituti penitenziari della Capitale. A questo proposito il segretario nazionale per il Lazio, Maurizio Somma e il segretario generale, Donato Capece, del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria hanno dichiarato: “Si tratta ancora una volta di una situazione sottovalutata dall’Amministrazione Penitenziaria che dà scarsa attenzione sulla difficile gestione dei detenuti – stranieri, con problemi psichiatrici, tossicodipendenti – all’interno delle strutture penitenziarie”.
“Quel che è accaduto nella Casa di reclusione di Rebibbia testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenta, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità”, prosegue la nota. Infine un appello al nuovo Governo: “Si abbia il coraggio di affrontare il tema delle carceri”.