L’Ama era finita sotto i riflettori a causa dell’eccessivo numero di netturbini ‘inidonei’ a svolgere attività in strada. Alcuni optavano per i certificati di malattia, altri semplicemente per l’inidoneità a svolgere lavori pesanti. Solo qualche tempo fa, Ama, nello scegliere il pugno duro aveva deciso di sospendere i ‘finti malati’. Ben 83. Ora è stata diffusa dal Comune stesso, la notizia di un nuovo accordo siglato tra la società che gestisce la raccolta dei rifiuti e i sindacati: ‘per puntare al ricambio generazionale e al recupero di efficienza del personale’.
Il nuovo accordo Ama-Sindacali
La novità risale a qualche giorno fa, quando è stato deciso che ‘Tutti gli addetti, che in precedenza erano stati giudicati dalle commissioni mediche temporaneamente “inidonei” ai servizi operativi sul territorio, verranno chiamati a sottoporsi a una nuova visita. Per questi lavoratori si aprono due possibilità che riguardano l’azienda: se sulla base della diagnosi medica saranno confermati inidonei, avendo meno di 60 anni al 2023, potranno chiedere il part-time; avendo più di 60 anni, invece, saranno sospesi dal servizio e dalla retribuzione in applicazione dell’articolo 44 del CCN’.
Il programma per rendere Ama più efficiente
Decisioni che arrivano per rendere Ama più efficiente, per tutelare gli operatori ecologici effettivamente fragili e per favorire un tour over per arruolare maestranze più giovani in grado di affrontare il lavoro che viene richiesto ai netturbini romani e la scelta non solo potrebbe riguardare 600 lavoratori oltre i 62 anni, ma potrebbe anche portare a un aggravio di spese per le casse comunali. In questo processo ruolo fondamentale avrà il ministero del Lavoro al quale l’azienda ha chiesto di mandare in pensione anticipatamente, e volontariamente, coloro che hanno superato i 62 anni di età.
I sindacati chiedono che per ogni pensionato ci sia un nuovo ingresso
Questo sulla base di un accordo con i sindacati che hanno chiesto che per ogni operatore che esce ne entri uno nuovo e purchè i netturbini destinatari della misura accettino di andare in pensione, ma con somme ricalcolate in base agli anni di prestazione forniti all’azienda. Non resta che vedere se il progetto andrà a buon fine e quale sarà, sempre che ci sia, la ricaduta economica per il Comune.
Roma, sospesi 83 netturbini: pugno duro dell’Ama contro i ‘finti malati’