Roma, cambiano le regole sull’occupazione di suolo pubblico fra possibilità e incertezze: gli esercenti sul piede di guerra.
Roma pronta a cambiare pelle, o forse a tornare indietro. Se lo chiedono in molti fra gli esercenti, fatto sta che nel nuovo piano regolatore che dovrà essere approvato entro fine anno ci sarebbero – a detta degli esperti del settore ristoro – alcuni passi indietro. Si tronerebbe alle origini e il problema è sempre lo stesso: l’occupazione di suolo pubblico. Tavolini dimezzati e pedane abolite in centro storico. Bar e ristoranti costretti alla ridimensionata. I criteri erano cambiati con l’avvento della pandemia, quando era più difficile consumare internamente.
Allora, per favorire la ripresa del mercato, si erano allentate le maglie. Una stretta, però, secondo i nuovi criteri, destinata a tornare: la categoria di baristi e ristoratori, senza contare i gestori degli esercizi commerciali, sarebbe pronta a scendere in piazza se non dovesse trovarsi un altro tipo di compromesso. A rendere tutto più complicato – secondo le testimonianze – sarebbe la città piena di cantieri e lavori in corso in vista del Giubileo.
Roma, è scontro sui dehors: le nuove regole non piacciono agli esercenti
Necessità e scadenze s’intrecciano e il tempo scorre, ma – carte alla mano – non sembrerebbe esserci altra soluzione: nella fattispecie i tavolini concessi a bar e ristoranti nel corso della pandemia potranno essere confermati attraverso una domanda specifica – da consegnare al Municipio – allegata a una documentazione tecnica. Per quanto riguarda il I Municipio, invece, non sarà concesso nessun aumento: vietato richiedere ampliamenti di superficie aggiuntivi, rispetto alle occupazioni di suolo pubblico già accordate.
Si lavora, in tal senso, dunque, fino al prossimo 31 dicembre per cercare di mettere a punto una delibera che possa accontentare tutti. In caso contrario saranno pronte mobilitazioni importanti: c’è chi, infatti, teme un ridimensionamento di personale visto che cambiano anche gli equilibri di gestione. La strada è ancora lunga, non certo meno impervia. Fino al 31 dicembre c’è tempo, ma la clessidra scorre più velocemente del previsto. A un ritmo che non piace a molti. La musica, tuttavia, non sembra essere destinata a cambiare. Le note stonate, manifestazioni comprese, potrebbero essere dietro l’angolo.