Sembra che nell’ultimo periodo le vicende legate ai netturbini di Roma tengano alta l’attenzione del pubblico. Non solo violazioni da parte del personale Ama, ma anche proteste. Solo qualche giorno fa, infatti, i lavoratori dell’Ama hanno dato luogo a una manifestazione per lamentare i disagi che sono costretti a vivere a causa delle docce rotte. Disservizio che non consente loro di lavarsi dopo il servizio. E allora hanno deciso di protestare e il 10 gennaio scorso in 84 hanno incrociato le braccia, rifiutandosi di svolgere il proprio turno di lavoro.
I provvedimenti della ditta nei confronti dei netturbini indisciplinati
In conseguenza di questa protesta, un primo momento l’azienda municipalizzata aveva avviato il procedimento perché nei confronti dei netturbini ‘ribelli’ fossero presi provvedimenti disciplinati, poi ha deciso di optare per un’altra punizione, molto più mite: sottrarre il compenso per la giornata di lavoro persa.
Sulla situazione, però, sono intervenuti i sindacati a tutelare i diritti dei lavoratori. Secondo le sigle sindacali, infatti, gli operai hanno diritto a farsi una doccia dopo il lavoro soprattutto in quanto potrebbero essere entrati in contatto con sostanze contaminate. Ma la questione non sembra ancora essere chiusa. Soprattutto a causa dei timori che episodi del genere possano ripetersi in vista della Regionali.
La paura che una protesta simile possa verificarsi a ridosso delle elezioni
Non si tratterebbe certo di una buona lettera di presentazione per i romani che hanno manifestato nel tempo e in più quartieri della città tanta insofferenza a causa dell’eccessiva presenza di rifiuti. Ma sono proprio i sindacati a rassicurare i cittadini e la politica capitolina in merito alla volontà dei netturbini di assolvere al proprio dovere così come previsto, seppure si auspica che la ditta metta in condizioni i lavoratori di farlo, magari lasciandogli la possibilità di concedersi una doccia al termine del turno di lavoro.