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Roma, nascondeva la droga nell’ascensore della sua palazzina: in manette un pusher

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Roma, nascondeva la droga nell’ascensore della sua palazzina: in manette un pusher. Storie di droga nel IX Municipio, dove uno spacciatore aveva trovato un nascondiglio “fai da te” per occultare le sostanze stupefacenti. Come rinvenuto dai poliziotti intervenuti, si trattava dell’ascensore che conduceva al suo appartamento, dove lo stesso pusher aveva creato un buco per tenerci al suo interno delle sostanze stupefacenti da rimettere sul mercato nero.

Il pusher che nascondeva la droga in ascensore a Roma

L’intuizione degli agenti del IX Distretto Esposizione ha permesso di risalire all’abitazione di un sospetto pusher romano di 39 anni che riceveva i “clienti” presso il proprio domicilio. Nello specifico, durante un appostamento, è stato notato l’uomo che, grazie all’ausilio di un chiavistello, aveva forzato l’apertura di emergenza dell’ascensore della propria abitazione per nascondervi al suo interno un bilancino di precisione ed un involucro di cellophane contenente 60 dosi di cocaina. Si è proceduto così all’arresto del 39enne ed alla perquisizione domiciliare, dove sono stati trovati anche 1335 euro in contanti. Dopo la convalida dell’arresto, l’uomo è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

Non è la prima volta che, a Roma, gli spacciatori s’inventano simili metodi per nascondere le sostanze stupefacenti che vendono. Un analogo caso, lo si trovò nella zona di Ostia Ponente e Nuova Ostia, con i pusher che si servivano dell’ascensore condominiale per nascondere le sostanze da occhi indiscreti e soprattutto il naso delle Forze dell’Ordine. Ma non solo. All’interno delle case popolari, nascondigli potevano diventare anche insoliti buchi all’interno di un muro.

Da i pusher più esperti, spesso nelle loro abitazioni comparivano doppi muri all’interno di una determinata stanza, proprio al fine di nascondere al meglio la droga. Qualcuno, sempre all’interno degli stabili popolari, riadattava a laboratorio o punto di scambio anche i locali degradati delle cantine, creando cunicoli per sfuggire a eventuali indagini delle Forze dell’Ordine. 

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