Meno soldi per Atac e di conseguenza meno corse per gli utenti. È questo lo scenario, precario, con il quale si troverà, molto probabilmente, a fare i conti il vertice della municipalizzata dei trasporti e a riguardo, gli attriti in Campidoglio non mancano di fare capolino. In particolare, è atteso nei prossimi giorni l’annuncio da parte del Comune della proroga al contratto di servizio che era già scaduto e poi prolungato fino al 31 marzo.
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I soldi ‘extra’ chiesti da Atac per far fronte ai rincari
In attesa della nuova proroga che, come anticipato, è prevista nel corso dei prossimi giorni, è bene sapere che nel bilancio di previsione appena approvato dell’Assemblea capitolina ci sono per questo capitolo 576 milioni per il 2023, quasi 570 milioni per il 2024 e poco meno di 550 milioni per il 2025. Tuttavia, mancano quasi completamente gli stanziamenti straordinari chiesti da Atac per far fronte all’aumento del carburante, dell’elettricità e delle materie prime. Per quel che riguarda le cifre chieste sono settanta milioni di euro per l’anno scorso, una ventina per quest’anno e il doppio per il prossimo. Soldi in meno che potrebbero avere come effetto quello di ritardare il rilancio dell’azienda e conseguentemente, la qualità del servizio offerto a cittadini e turisti.
I tempi della proroga
Rispetto alla tempistiche della proroga non ci sono ancora delle notizie in merito. Ma dal Campidoglio, i timori che si vada avanti con il medesimo stanziamento dello scorso anno almeno per sei mesi non mancano. Una situazione che rasenta il limite della gestibilità soprattutto in considerazione del fatto che nel 2023 aumenterà la domanda di trasporto pubblico nella città sia per via del maggior numero di turisti previsto sia per l’inizio dei lavori per il Giubileo che renderanno maggiormente complicato ai romani l’utilizzo dell’auto e del relativo parcheggio. Insomma, la situazione non appare certamente delle più rosee.
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La trattativa governo regione
Il Comune ha anche aperto una trattativa con governo e Regione il cui obiettivo è quello di ottenere più fondi per il trasporto pubblico. C’è da dire che se per un verso l’azienda ha già visto assegnate le risorse per degli importanti progetti quali ad esempio l’acquisto dei mezzi a basso inquinamento, dall’altro lato senza i soldi richiesti per rientrati nei costi prima descritti l’azienda rischia di dover rallentare tutti i progetti volti al miglioramento del servizio offerto e come, ad esempio, quello di incrementare di almeno un milione i chilometri di corse all’anno, l’aumento di produttività dei dipendenti o ancora, l’assunzione di nuovo personale.
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