Dal 2019 l’inchiesta sulla stessa dinamica. Un controllore si prende gioco delle turiste: mazzette per arrotondare lo stipendio. Condannato.
5 anni per decretare qualcosa che era solo un’ipotesi, ma ora trova fondamento. Al centro di tutto un controllore ATAC noto per aver raggirato delle turiste. Il fatto ora trova riscontro anche in sede legale: condannato a 3 anni di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità. Sempre la stessa tecnica sul 64, l’uomo aspettava le turiste.
Studiava quali fossero quelle più in difficoltà e cercava di mettere a tacere ogni cosa, perchè presumibilmente le malcapitate venivano sorprese senza tagliando, con un compenso di 100 euro. Chiedeva la “mazzetta”. Termine che l’uomo, 42 anni, si rifiuta di usare ma che gli costa – per rimanere in tema – ugualmente il carcere. Situazione limite per molto tempo.
ATAC, condannato controllore 42enne
Un confine oltrepassato, visto che ormai sembrava essere considerato un vero e proprio modus operandi. Le autorità si mettono in gioco fino a scoprire che si era fatto un vero e proprio giro di turisti e turiste per evitare conseguenze. La vera fortuna sarebbe stata la sofferenza di queste giovani incredule, talvolta ha preso in giro anche i rispettivi partner: si mostrava in tutta la sua autorità e chiedeva i soldi per evitare una sanzione più grande.
Metodo che è andato avanti per qualche tempo. Troppo, visto che successivamente è stato sospeso dal servizio. Oggi la condanna dopo un’indagine approfondita. L’azienda si smarca da queste situazioni, dato che il controllo – stavolta effettivo – c’è stato ed è emerso come non solo ci fosse il dolo ma si trattasse di una vera e propria truffa seriale.
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Un metodo “scientifico”
La vicenda finisce agli archivi, ma resta il modus operandi che potrebbe essere sempre replicato. Ci vuole destrezza e un pizzico di follia, due qualità che non hanno pagato – per usare un termine congeniale alla vicenda – il controllore che adesso sarà costretto a fare i conti, ma con la Giustizia.