Roma, 33enne arrestato per stalking deve rispondere anche del possesso di acidi che, secondo le autorità, servivano per intimidire l’ex.
Filo rosso tra Roma e Milano, in mezzo un 33enne romano che avrebbe preso di mira l’ex compagna. Il ragazzo è stato arrestato con l’accusa di stalking: i motivi sarebbero riassunti nelle deposizioni degli ultimi mesi che hanno costretto la donna a tornare a casa dai suoi – a Roma – per sfuggire alle grinfie di quello che sarebbe diventato il suo aguzzino. Gli episodi parlano chiaro, sono stati mesi difficili per la giovane: a cominciare dalle ruote della bici forate, sino alla distruzione della macchina parcheggiata poco lontano dalla sua abitazione.
Alla base degli atti intimidatori ci sarebbe sempre la stessa mano: quella dell’ex compagno che non avrebbe accettato la fine della relazione. Due settimane, fra il 13 e il 28 ottobre, in cui poi la mano sarebbe stata ancora più pesante. Mentre la donna era fuori, infatti, l’ex compagno avrebbe distrutto due piante, computer e televisore. Subito dopo sarebbe passato – secondo le ricostruzioni – a distruggere i vestiti della donna con un taglierino che poi avrebbe utilizzato addirittura per squarciare il materasso della giovane.
Roma, 33enne accusato di stalking: dagli appostamenti all’acido nei ferramenta, l’uomo si difende
Una situazione diventata ingestibile che il Gip riassume con il termine “atteggiamenti persecutori”. Il preoccupante crescendo di ritorsioni e persecuzioni avrebbe posto l’uomo in una posizione ancora più scomoda: occorre tornare al 14 novembre scorso quando le autorità competenti hanno appurato che l’ex compagno abbia chiamato diversi ferramenta per avere dell’acido a disposizione. Si parla, nello specifico, di due ferramenta nei pressi della stazione di Porta Monforte.
La soluzione ad alto contenuto di acido, secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio per lei. L’ex compagna a cui l’uomo avrebbe voluto rovinare la vita. Naturalmente questa ricostruzione non combacia con la versione della difesa: l’ex compagno respinge ogni tipo di accusa sottolineando che l’acido gli serviva esclusivamente per rompere la catena del motorino corrosa. Una giustificazione che, però, non convince le autorità che continuano a indagare. Per il momento non si registra alcuna istanza di scarcerazione, ma la difesa sta valutando le contromosse di una diatriba legale sempre più ostica. Roma e Milano unite nel segno del sospetto e della violenza.