Guardia di Finanza, sequestrate quattro autovetture importate in contrabbando a Treviso, Venezia, Modena e Roma. Nella Capitale confiscato il mezzo, una BMW, a un commerciante straniero.
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito dell’attività di controllo economico del territorio e di verifica dei mezzi in transito dalle principali direttrici stradali che interessano la Marca trevigiana, hanno proceduto al sequestro amministrativo di quattro autovetture di pregio, tutte immatricolate in Paesi extracomunitari, importate in contrabbando, cioè senza il pagamento dei dazi doganali e dell’imposta sul valore aggiunto, rispettivamente a Treviso, Venezia, Modena e Roma.
Le auto importate di contrabbando in Italia
Si tratta di due Audi A8 (la prima intestata a un compositore musicale di nazionalità ucraina residente, dal 2003, in provincia di Treviso; la seconda in uso a un imprenditore edile moldavo residente, dal 2012, a Modena), di una Mercedes E200 (nella disponibilità di un’assistente di volo moldava residente, dal 2008, a Venezia) e, infine, di una Bmw 535XI (intestata a un commerciante di pellet ucraino residente, dal 2015, a Roma).
Le indagini
Come noto, la circolazione di veicoli stranieri immatricolati in Paesi extracomunitari, introdotti e utilizzati in Italia dai proprietari in regime di temporanea importazione, è regolata dal Testo Unico delle Leggi Doganali, che consente al proprietario di un veicolo immatricolato in un Paese extra U.E. di entrare e circolare nell’Unione Europea con l’esonero totale dai dazi all’importazione, in deroga alle norme generali che, invece, prevedono la dichiarazione in dogana del bene e il pagamento dei diritti di confine, a condizione che il veicolo venga condotto solo dal proprietario, oppure da persona da lui delegata, sempreché sia il conducente che il proprietario/delegante siano residenti al di fuori dell’Unione Europea.
Non era questo il caso dei quattro proprietari/conducenti dei quattro veicoli, fermati dalle Fiamme Gialle del Gruppo Treviso a Mogliano Veneto, nei pressi del casello autostradale “Venezia Est”: attraverso la consultazione delle banche dati e dei certificati di residenza, infatti, si è scoperto che essi si erano stabiliti da molti anni nel territorio italiano, avendovi trasferito il centro dei propri interessi familiari, lavorativi e sociali.
Mezzi confiscati
La circolazione delle autovetture, in mancanza di uno o più dei requisiti richiesti per usufruire della temporanea importazione con l’esonero dei diritti doganali, comporta la sottrazione dei beni al pagamento dei diritti di confine dovuti e integra, pertanto, la fattispecie del contrabbando che, nei casi in cui i diritti di confine evasi non superino i 10.000 euro, prevede una sanzione amministrativa tributaria, oltre alla confisca del mezzo.
L’intervento della Guardia di Finanza di Treviso ha perseguito dunque l’obiettivo di tutelare gli interessi dell’Erario, consentendo il recupero dei dazi doganali non versati, oltre che il sequestro dei mezzi, regolarmente utilizzati in Italia, in vista della confisca definitiva al termine dei procedimenti e dunque della loro acquisizione al patrimonio dello Stato.