Episodio choc a scuola, denunciato da Tiziana Cagnazzo, presidente del consiglio d’istituto di una scuola elementare del III Municipio di Roma, la Carlo Levi. La donna questa mattina era ospite in studio del programma “Gli Inascoltabili”, in onda su New Sound Level fm90 e ha denunciato un fatto gravissimo. Ha parlato di una insegnante che, a causa dei suoi problemi psichici, avrebbe aggredito un bambino disabile. Ma non solo. La maestra farebbe disegnare ai piccoli alunni simboli massonici o i nomi dei compagni che volevano vedere morti. Tutti episodi segnalati alle forze dell’ordine, che stanno indagando in merito, anche grazie alle denunce fatte dalla famiglia del bambino.
Ecco di seguito un estratto delle sue dichiarazioni di Tiziana Cagnazzo fatte oggi in radio.
Disegni con i gironi danteschi e i nomi dei bambini morti
“La vicenda va avanti da un paio di anni. Inizia con l’arrivo a scuola di una docente che da subito è stata protagonista di episodi un po’ particolari, a seguito dei quali sono dovute intervenire anche le forze dell’ordine”. Inizia così il racconto di Tiziana Cagnazzo alla radio.
“Tra quelli più eclatanti c’è l’aver fatto disegnare ai bambini di seconda elementare i gironi dell’inferno chiedendogli di mettere all’interno i nomi dei compagni che avrebbero voluto vedere morti. Un’altra volta ha disegnato sulla lavagna dei simboli massonici e frasi senza senso. Ne siamo venuti a conoscenza grazie alla prontezza dell’insegnante dell’ora successiva che appena entrata in classe ha visto questi simboli assurdi e li ha fotografati”.
La donna racconta tutto nel dettaglio. “Noi genitori ci siamo mossi subito chiedendo spiegazioni. Ma sono dovute intervenute le forze dell’ordine, perché alla semplice richiesta del perché accadessero queste cose a dei bambini di seconda elementare di 6–7 anni, questa docente non ha saputo gestire la situazione.
La dirigente scolastica, in maniera molto tranquilla, anche davanti alle forze dell’ordine, ha dichiarato che quello era ciò che le passava il MIUR. Quella per lei era un’insegnante come gli altri. Purtroppo secondo noi c’è una sorta di scaricabarile tra la dirigente scolastica e l’ufficio scolastico regionale. A me sembra assurdo lasciare che i bambini vadano a scuola con l’ansia”.
“Altro che storia tra preside e alunno: questa è molto più grave”
La presidente del Consiglio d’istituto si è poi rivolta alle istituzioni del Comune di Roma per cercare di risolvere la vicenda. “Ho parlato anche con l’assessora alla scuola del terzo municipio Paola Ilari e con altri presidenti di consigli di istituto. Questo perché tra le problematiche che si verificano nelle scuole, questa è molto più seria rispetto a quella sciocchezza dell’alunno che avuto una storia con la preside, perché qui si parla di minori”.
Aggredito bimbo disabile e gli insegnanti che lo hanno difeso
“Io ci tengo a precisare una cosa, tutto ciò che abbiamo fatto noi come genitori e che sto facendo io come presidente del consiglio d’istituto, lo abbiamo fatto perché volevamo aiutare questa persona, perché è una persona che sta male e che ha bisogno di aiuto. Ma trovando il muro di gomma della dirigenza scolastica, siamo stati costretti a dover richiamare le forze dell’ordine. Quest’anno poi si è verificata l’aggressione a un bambino disabile da parte di questa docente, è stata sporta denuncia in quell’occasione sono state aggrediti anche docenti che hanno provato a difendere il bambino disabile. Ci sono docenti che hanno paura”.
Il “muro di gomma”
“La dirigente scolastica non interviene, ha eretto un muro di gomma”. Queste le pesanti accuse da parte della Presidente del Consiglio d’istituto. Che poi insiste. “Nel nostro municipio, il terzo, la situazione è a conoscenza di tutti, anche dell’attuale assessore comunale Pratelli che prima lo era in III municipio. La scuola ha avuto un calo di iscrizioni. Tutto ciò viene giustificato con il calo della natalità, ma non è vero. Perché ci sono altri istituti che non sanno dove mettere i bambini”.
Gli psicofarmaci e il TSO della maestra
Tiziana Cagnazzo è un fiume in piena. “Quando alcuni genitori provarono a parlare con questa docente per chiederle perché faceva determinate cose, lei parlò anche con me di fronte a altre maestre e alle forze dell’ordine. Raccontò che aveva un amministratore di sostegno, che assumeva psicofarmaci e che era stato sottoposta più volte a dei TSO, trattamento sanitario obbligatorio, chiesti proprio dalla sorella.
Quello che volevamo fare noi genitori era solo aiutarla. Abbiamo capito che in quelle condizioni sicuramene insegnare non era il suo lavoro. Cosa che si sarebbe potuto fare se la dirigenza fosse intervenuta in maniera diversa. C’è una sorta di scaricabarile: l’ufficio scolastico regionale dice che la dirigente scolastiche poteva intervenire sin dall’inizio bloccando la situazione come hanno fatto altri dirigenti in altri istituti. Infatti questa docente è stata allontanata da altri istituti. Il danno che stanno provocando ai nostri bambini non è una cosa da poco.
“Guarda come dondolo”: la docente a cavalcioni sulla finestra
L’ultimo episodio eclatante è stato quando questa docente, durante la pausa pranzo, con i bambini in giardino, si è messa a cavalcioni sulla finestra del primo piano. Era appesa alla corda della serranda, cantando “guarda come dondolo”. Qua rischi l’emulazione. Nonostante l’intervento, lei non è voluta scendere e la dirigente sorridente: “non si preoccupi tanto non si butta”.
Il problema non è questa docente, ma è chi da dirigente avrebbe dovuto impegnarsi un po’ di più per trovare una soluzione. L’ufficio scolastico regionale mi ha spiegato che la dirigente avrebbe potuto sospendere cautelativamente la docente per aiutarla o comunque fare presente che non era il caso di insegnare”.