La storia del piccolo Emanuele è una di quelle storie che fanno emozionare. Il bimbo è nato prematuro e senza alcuni organi, la sua vita era destinata a finire nel breve termine, ma grazie alla professionalità e alle capacità dei sanitari dell’ospedale San Camillo, ora è sano e salvo. La vicenda ha avuto inizio, come riporta La Repubblica, quando il 23 febbraio scorso, quando la mamma ha raggiunto Roma dalla Calabria per essere sottoposta ad amniocentesi. Nel corso dell’esame è emerso che il piccolo, di soli sette mesi, era affetto da sindrome di Vacterl, ossia non aveva né esofago, né retto. La prognosi era terribile secondo i medici: il piccolo non avrebbe potuto sopravvivere.
Il piccolo è stato operato due volte per costruirgli esofago e stomaco
Proprio nel corso dell’indagine medica che ha accertato la condizione del nascituro si sono rotte le acque e la coppia è corsa al San Camillo dove Emanuele è stato fatto nascere. Già il giorno dopo la nascita il piccino è stato operato dall’equipe del professor Vito Briganti. Due operazioni chirurgiche delicatissime, nel corso delle quali al neonato sono stati costruiti esofago, retto e ano.
L’ospedale capitolino ha regalato a Emanuele una ‘seconda’ vita
L’ospedale capitolino è stato in grado di fare il ‘miracolo’ donando al piccolo Emanuele una seconda vita. Il bambino che sembrava spacciato, grazie alle cure del presidio ospedaliero è ora in grado di vivere una vita completa e senza problema alcuno. Una gioia immensa per la famiglia che dalla Calabria aveva raggiunto Roma e che si è trovava all’improvviso a dover fare i conti con una situazione che sembrava disperata. Emanuele sta bene e da qualche giorno ha potuto fare ritorno a casa, dopo aver trascorso un lungo periodo nella capitale, dove proprio il nosocomio che lo ha visto nascere ed è intervenuto per salvargli la vita, è diventato la sua seconda casa.