Una questione tanto calda quanto insoluta quella delle botticelle a Roma. Lo scenario è sempre lo stesso e le problematiche anche, purtroppo. Sta di fatto che mentre si ci arrovella in farraginose questioni, i primi a soffrire rimangono i cavalli.
Leggi anche: Stop alle Botticelle a Roma, arriva (l’ennesima) ordinanza della Raggi: cavalli fermi nelle ore più calde
Roma, caso Botticelle: quando gli unici a soffrire sono i cavalli
Soprattutto d”estate esplorare Roma in sidecar con a fianco una guida turistica è uno spasso incredibile, recita uno dei più noti siti web statunitensi di recensioni e prenotazioni viaggi.
E davvero sembra che il divertimento sia garantito per le migliaia di stranieri che affollano la Capitale in questi giorni sfidando – a cavallo di una colorata Vespa rivisitata – il caldo record della prima settimana di giugno.
Le dichiarazioni dell’Assessora Alfonsi scatenano la polemica
Il commento del presidente di LNDC Animal Protection
“L’unico vero patrimonio, l’unico vero valore da preservare e da difendere, è la vita dei cavalli”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “È vero che quella delle botticelle romane è una tradizione molto antica, ma questo non vuol dire che sia una pratica al giorno d’oggi accettabile o da applaudire come un patrimonio da salvaguardare.
I cavalli coinvolti in questa usanza sono troppo spesso sfruttati fino allo stremo, costretti a viaggiare con qualsiasi condizione meteo e l’arrivo del caldo è una vera e propria piaga per questi poveri animali. Anche in estate, infatti, devono trainare carrozze cariche di persone nonostante le temperature roventi e il sole cocente, e infatti – in tutte le città dove si pratica questa usanza – capita spesso che i più sfortunati e deboli di loro stramazzino al suolo e muoiano per la fatica.”
“Lo scorso anno il TAR ha confermato la validità del nuovo regolamento capitolino che obbliga lo svolgimento di questa attività soltanto all’interno dei parchi cittadini e delle ville, quindi lontano dalle strade pavimentate e arroventate dal caldo o rese scivolose dalla pioggia. Tuttavia, questo è soltanto il primo passo necessario verso l’abolizione di questo ‘servizio’ che si basa sostanzialmente sulla sofferenza di animali innocenti, sfruttati per lunghissime ore e sottoposti a fatiche incredibili”, conclude Rosati.