Roma. Non si era fatto alcuno scrupolo nell’aggredire la propria compagna in dolce attesa con tanto di calci, pugni e spintoni. Sottoposto ad alcune misure cautelari, ora il 35enne responsabile delle violenze è libero e su di lui non pende più alcun reato. Lei in quel frangente non lo aveva denunciato ed ora il processo non può proseguire in quanto, stando a quanto stabilito dalla riforma Cartabia, non ci sono le condizioni di procedibilità proprio perché la vittima all’epoca dei fatti non aveva sporto alcuna querela, motivo quest’ultimo che non permette di andare avanti con il processo.
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L’aggressione alla compagna incinta con calci e pugni
I fatti risalgono all‘8 agosto del 2022 quando, a seguito di un litigio, la donna nonostante fosse incinta è stata colpita dal compagno con tanto di calci e pugni. Protagonista dei fatti una ragazza, oggi 29enne, di origini bielorusse che ha poi allertato la polizia. L’aggressione si è consumata nel sottopasso di viale del Policlinico e quando sono giunti sul posto i poliziotti la donna, che si trovava nel piazzale di Porta Pia, era in evidente stato di agitazione con tanto di segni delle percosse, al volto e sugli arti, ricevute poco prima. In quel frangente la donna indicò agli agenti il posto in cui si trovava il suo aggressore, un uomo tunisino di 35 anni poi fermato dai poliziotti in Viale del Policlinico. L’uomo ha confessato quanto accaduto ed è stato poi condotto in questura, dove ha vuotato nuovamente il sacco. La donna invece che aveva avvisato la polizia di essere incinta di 28 settimane, è stata poi condotta in ospedale per via dei traumi al volto e all’addome. Qui aveva ricevuto una prognosi di 21 giorni.
Il processo e l’impossibilità a procedere
Stando a quanto riferito dalla vittima, il 35enne non era nuovo ad episodi di violenza ed aveva anche precedenti per spaccio. Sottoposto alla misura di divieto di avvicinarsi a 20 metri dalla donna e al divieto di dimora nel Comune di Roma, ieri è stata fissata l’udienza sul caso ma il giudice ha posto la questione della procedibilità. Aspetto, quest’ultimo, introdotto con la riforma Cartabia e che ha portato a stabilire l‘assenza di condizioni di procedibilità in quanto nel momento dei fatti la vittima non aveva sporto alcuna querela. Il reato è stato dunque estinto e l’uomo, revocate già a gennaio 2023 le misure cautelari, è libero.
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