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Roma, caccia al ladro elegante: “Anziano e ben vestito”, i colpi nel quartiere Trieste

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Un ladro foggiano restituisce l'auto rubata a due novelli sposi. Lascia anche un biglietto: "Ladro sì, ma con un cuore"

Roma, destrezza ed eleganza. Il ladro “gentiluomo”, che bracca diverse zone della Capitale, colpisce ancora.

Roma, l’educazione come grimaldello. Lo studio come valore aggiunto. Non esistono più, forse, i ladri di una volta: la novità è proprio nel modo. L’uomo – ancora da identificare – ha compreso che le buone maniere possono essere un’arma a doppio taglio. Una parola gentile penetra più di qualsiasi lama. Sembra una frase fatta, ma nel quartiere Trieste (e non solo) della Capitale cominciano a pensarlo davvero.

Sono settimane che il ladro “gentiluomo” organizza colpi apparentemente impeccabili. È stato anche identificato dalle telecamere. Veste in maniera elegante ed è molto curato. La stessa cura la mette nell’organizzare ogni tipo di furto: una sorta di Lupin III in salsa romana. Le foto del professionista del raggiro sono state divulgate anche sui social media, ma niente. Sembra impossibile fermarlo, anche se le forze dell’ordine sono al lavoro sulla base dei dettagli emersi in queste settimane. Il ladro ha già operato nei quartieri più in vista.

Roma, caccia al ladro gentiluomo: la strategia che ha “paralizzato” diversi quartieri

Le sue impronte – anche come modus operandi – sono state notate a viale Libia, via Pietro Mascagni e via Arrigo Boito. L’uomo studia preventivamente ogni operazione e, grazie alla sua eleganza e disponibilità, riesce a ottenere ogni informazione dai residenti. Lo scorso aprile è stato individuato a Mezzocammino. Naturalmente prima del colpo. Esaminava le serrature delle porte, faceva foto con lo smartphone.

Ladri in azione nei supermercati
Foto da Pixabay

In molti hanno pensato che dovesse fare un doppione delle chiavi, invece stava raccogliendo informazioni per la sua prossima rapina. Una serie di circostanze fanno sì che il “ladro gentiluomo” sia diventato una vera e propria ossessione. Quella che inizialmente era buona educazione sta diventando una strategia da cui diffidare. Una volta capito questo, spesso, è già troppo tardi

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