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Roma, botte in viso e sulla pancia della compagna incita: condannato 32enne

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Roma, altro caso di violenza nella Capitale. La matrice è sempre quella che porta alla violenza domestica: condannato un 32enne.

Mesi di sevizie, bugie e ricatti. Questo accadeva nelle giornate tranquille, mentre in quelle più pesanti c’era spazio persino per l’ulteriore accanimento. Emotivo e fisico. Fin quando non subentra il coraggio e l’audacia di dire basta, con una denuncia. L’unica arma a disposizione per una donna ridotta a capro espiatorio con il fisico distrutto non quanto l’animo per cercare di rimettere insieme i pezzi all’interno di una vita che non sembra essere più la stessa.

Questo il racconto di una compagna esausta alla Quinta Sezione Collegiale del Tribunale di Roma: una vicenda che sembra un film, rientrare a casa ogni giorno ed essere maltrattata. Usata come uno straccio e ridotta quasi in fin di vita, quando in ballo non c’era soltanto la sua di esistenza. La donna è incinta, aspetta un bambino da un compagno violento. Più simile a un padrone che a qualcuno con cui condividere un percorso di vita.

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Roma, maltratta la compagna incinta: violenze condannate con 3 anni e 8 mesi

Questo hanno stabilito le autorità dopo l’inevitabile confessione: “Dormivo con le forbici sotto al letto per la paura”, racconta sconvolta la giovane alle autorità. Di contro un 32enne, originario della Moldavia, condannato per questo a 3 anni e 8 mesi con relativa assoluzione per quel che riguarda le accuse di ricettazione e maltrattamenti in famiglia. Davanti alle violenze alla compagna in dolce attesa, però, non si passa. Quindi la vicenda può essere archiviata con un atto definitivo della Giustizia: procedimento inevitabile di fronte alla mole di testimonianze.

La donna, ora, dovrà affrontare un percorso di riabilitazione per elaborare – per quanto possibile – determinati traumi che, senza l’aiuto di professionisti competenti, potrebbero essere indelebili più di quanto non lo siano già. Allora sarebbe davvero una vita sprecata, quella che invece può ripartire anche nel nome della creatura che sta per nascere. Crescere lontana da determinati meccanismi resta la parola d’ordine più opportuna per una giovane che cerca soltanto un barlume di serenità. 

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