Un convento francescano di Roma vittima del fenomeno delle bollette pazze: recapitata una maxi richiesta per la fornitura del gas, con un importo da capogiro, ben 18mila euro. I frati hanno allora messo il caso nelle mani di un’associazione dei consumatori.
Una bolletta “monstre“, o “pazza” come è ormai diventato consuetudine etichettare le richieste, spesso ingiustificate, da parte dei fornitori di energia ai consumatori. Perché se è vero che il Covid prima, e la guerra poi (anzi le guerre), hanno completamente sconvolto lo scenario economico del pianeta, a tutto c’è un limite. Sì perché a volte nemmeno i rincari del costo dell’energia bastano per spiegare le cifre a vari zeri richieste dalle società: e questo sembra essere proprio l’ultimo caso registrato a Roma, precisamente in una struttura religiosa.
Bolletta pazza da 18mila euro al Convento a Trastevere
Parliamo di un convento di frati francescani, situato nel caratteristico rione di Trastevere. Ebbene, i religiosi si sono visti recapitare da una società che fornisce l’energia due bollette del gas record per un importo complessivo pari a 18mila euro. Una cifra spropositata che ha rischiato di farli chiudere cessando ogni attività. A segnalare la notizia è stamani l’Associazione Consumerismo, alla quale il Convento si è rivolta per contrastare l’ingente richiesta economica avanzata dal fornitore.
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“Tali fatture – spiegano dal gruppo che si occupa di tutelare i consumatori – facevano riferimento ad un conguaglio relativo al periodo febbraio 2020-novembre 2023. Chiaramente un onere finanziario così pesante metteva a rischio non solo la quotidianità della vita conventuale ma anche le numerose attività caritatevoli svolte dalla comunità francescana a beneficio dei più bisognosi”.
L’azione legale: “Stornati 11mila euro”
Riconoscendo l’urgenza della situazione e l’ingiustizia di tali addebiti, i frati si sono rivolti come detto allo sportello energia +tutela di Consumerismo, che ha prontamente risposto all’appello del convento, avviando una serie di azioni mirate con il fornitore di gas. L’associazione dei consumatori è riuscita così a dimostrare, a margine delle dovute verifiche, l’infondatezza degli importi fatturati dalla società, portando allo storno di 11mila euro.
Ovvero più della metà dell’importo originariamente richiesto. La restante somma dovuta è stata invece rateizzata in 13 rate mensili senza interessi né oneri. “Questo risultato non solo ha alleviato il convento da un peso finanziario insostenibile ma ha anche mandato un messaggio chiaro sulla necessità di una maggiore trasparenza e correttezza nelle pratiche di fatturazione delle utility”, concludono quindi da Consumerismo.