Il papà della bimba di 14 mesi morta in auto, mercoledì 7 giugno scorso, in via dei Fucilieri alla Cecchignola a Roma, è indagato per omicidio colposo. È un atto dovuto in una vicenda che sicuramente ha lasciato il carabiniere 45enne , convinto di aver lasciato la sua bambina all’asilo, dilaniato dai sensi di colpa. Un terribile peso con il quale dovrà convivere. Nonostante a livello umano possa sembrare una ‘punizione’ già oltremodo dura, è previsto anche un iter giudiziario e il 45enne, che alla Cecchignola presta servizio, oltre al dramma personale, ora deve fare i conti anche con la pesantissima accusa che è stata formulata nei suoi confronti, quella di omicidio colposo.
Il seggiolino non aveva il dispositivo antiabbandono
La Procura che coordina le indagini ha accertato che piccina, di poco più di un anno, è rimasta chiusa in auto, su un seggiolino che era senza dispositivo antiabbandono. Un allarme che è diventato obbligatorio dal 2019, proprio per evitare il verificarsi di tragedie come queste. Perché il 45enne era certo, e lo ha detto agli investigatori e lo avrà ripetuto chissà quante volte anche a sé stesso in questi due giorni, di aver lasciato la sua piccolina all’asilo quando ha chiuso la macchina per raggiungere a piedi il posto di lavoro. È stato rilevato, inoltre che l’auto ha i vetri oscurati, quindi difficilmente qualcuno avrebbe potuto rendersi conto che la bambina si trovava all’interno dell’abitacolo.
Disposto l’esame autoptico sul corpicino della piccola
Una tragedia assurda sulla quale, però, la magistratura è chiamata a fare chiarezza. Tanto che sul corpicino verrà svolto esame autoptico, come disposto dalla Procura della Repubblica di Roma, per capire quali sono state le cause che hanno portato alla morte della bimba. Ma l’ipotesi più verosimile è che abbia avuto un collasso e sia poi sopraggiunta la morte.
La disperazione del papà
Nell’interrogatorio reso agli inquirenti il 45enne ha anche spiegato che, a differenza dal solito, mercoledì non aveva messo la sua borsa sul sedile posteriore, se così fosse stato si sarebbe reso conto che la sua bambina era ancora in auto. Quel maledetto tragico giorno il militare aveva, stranamente, poggiato la sua sacca sul sedile passeggero, accanto a quello del guidatore, così da non potersi rendere conto che la piccola era ancora seduta nel suo seggiolino e non era, come lui era convinto che fosse, all’asilo.
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