Era quasi arrivato a casa ma non ha fatto in tempo ad arrivare al portone che è stato rapinato. Bruttissima disavventura per un ragazzo che intorno all’una di notte è stato avvicinato da una macchina con a bordo tre persone: uno di loro ha estratto subito un punteruolo e, dietro minaccia, si è fatto consegnare lo smartphone. Ma ciò non è bastato alla vittima ad evitargli comunque l’aggressione, forse perché il gruppo di malviventi sperava in un bottino più alto. Spaventato il ragazzo è quindi scappato via trovando riparo in un bar che era ancora aperto nonostante l’orario. Ma andiamo con ordine.
Rapina al Tuscolano
Il giovane come detto stava raggiungendo la propria abitazione a piedi all’una di notte, in zona Tuscolano, quando è stato avvicinato da 3 uomini a bordo di un’autovettura: da questa sono scesi in 2 mentre la terza persona è restata al volante pronto per la fuga. A quel punto la vittima è stata minacciata con il punteruolo e, temendo per la sua incolumità, ha consegnato il cellulare. Quando hanno ottenuto ciò che avevano chiesto, lo hanno comunque aggredito dandogli un calcio sulla caviglia; spaventata, la vittima è corsa via trovando rifugio in un bar ancora aperto da dove ha chiamato il 112. Immediatamente sono accorse le pattuglie dei commissariati Tuscolano, Appio e della Sezione Volanti che, ricevute le descrizioni dell’auto e degli indagati, si sono messe subito sulle loro tracce.
Arrestati tre italiani per rapina aggravata
I poliziotti poco dopo hanno intercettato l’utilitaria ed i suoi occupanti, i quali, capito di essere stati ormai scoperti, hanno cercato di disfarsi del telefonino poco prima sottratto, gettandolo dal finestrino. Nella loro auto è stato trovato il punteruolo utilizzato per commettere il reato. I 3 uomini, di 51, 28 e 23 anni, tutti italiani, sono stati arrestati perché gravemente indiziati del reato di rapina aggravata in concorso, lesioni e danneggiamento; il ragazzo, a cui è stato restituito il cellulare danneggiato, è stato refertato con 5 giorni di prognosi. La Procura ha chiesto ed ottenuto, dal Giudice per le indagini preliminari, la convalida dell’operato della polizia giudiziaria.
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