Non hanno intenzione di fermarsi gli attivisti di Ultima Generazione che, all’inizio di maggio, hanno colorato di nero la fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona. In quattro sono comparsi davanti alla Polizia per essere ascoltati e se due hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, gli altri due hanno risposto eccome…
Gli attivisti rispondono alle domande della Polizia
La loro ‘missione’ nasce dalla volontà di sollecitare il governo ad adottare misure per contrastare l’emergenza climatica, per quanto in sede di audizione da parte delle forze dell’ordine, hanno ampiamente dato prova di essere consapevoli delle conseguenze delle loro azioni, ma non sono per niente intenzionati a smettere. Non si tirano indietro davanti alle loro responsabilità, come riporta La Repubblica, e sanno anche che i reati che vengono contestati loro sono di concorso nel deturpamento di beni culturali. Anche se a loro carico c’è anche un foglio di via da Roma e un Daspo urbano di 24 ore. Una serie di violazioni per le quali, i giovani attivisti sanno di rischiare una pena che va dai 2 ai 5 anni e anche una multa dai 2.500 ai 15mila euro.
Ultima Generazione annuncia l’intenzione di proseguire con le iniziative
Sono lucidi, coscienti e informati di tutte le conseguenze che le loro azioni possono comportargli, ma questo non significa che abbiano intenzione di fermarsi. Anzi… La loro battaglia è diretta a sensibilizzare lo Stato italiano in merito alla crisi climatica ed ecologica in corso e sulle loro conseguenze. Aspettano un segnale dagli organi preposti. Vogliono che anche questi ultimi acquisiscano una consapevolezza reale dei rischi ambientali. Un pericolo, secondo gli esponenti di Ultima Generazione che non ha ripercussioni solo sull’ambiente, ma anche sulle persone, in termini di morti e malattie. Un allarme per il quale chiedono risposte da parte del Governo italiano ‘fino ad allora non ci fermeremo’.
Attivisti di Ultima Generazione a Roma: ancora liquido nero nella Fontana di Trevi