Tornano ad alzare la voce i rappresentanti sindacali dell’UGL Salute Lazio per denunciare le condizioni complicate cui devono far fronte gli operatori sanitari del 118. In particolare si torna a parlare dell’annoso problema del cosiddetto blocco delle barelle che arriva a rallentare l’intero servizio di soccorso. A causa della mancanza delle lettighe nei nosocomi infatti i pazienti vengono visitati direttamente su quelle del 118 “costringendo” l’ambulanza a sostare davanti ai Pronto Soccorso fin quando non viene liberata. E il tutto può durare ore.
Leggi anche: Roma: “C’è una lite tra stranieri e qualcuno ha sparato”, attimi di paura davanti all’Ospedale Vannini
Blocco barelle e ambulanze ferme fino a otto ore
Le segnalazioni sono continue ma, purtroppo, di soluzioni neanche l’ombra. Soltanto nella notte appena trascorsa davanti ad un Ospedale della Capitale i mezzi sono rimasti fermi circa otto ore proprio per la mancanza di barelle.
Intervista con Massimiliano Scermino, UGL Salute Lazio
Sulla questione abbiamo contattato Massimiliano Scermino, Rappresentante Sindacale Aziendale Ugl Salute di Ares118.
“Che qualcosa non vada da anni per il meglio sul fronte blocchi ambulanze, è fin troppo evidente”, ci spiega.
“A dirlo, quanto la pioggia di testimonianze che ci segnalano quotidianamente, Infermieri, Autisti, Soccorritori e Volontari del servizio d’urgenza sanitaria del 118 che siamo nuovamente a denunciare. Le pessime mattinate e nottate passate a causa di quello che riteniamo sia un malfunzionamento della sanità laziale che sperimentiamo da tempo sulla nostra pelle. Un totale fallimento. A nulla dunque occorrono procedure senza alternative, quando il blocco barella nei pronto soccorso si presenta sistematicamente”.
Cosa accade nello specifico?
“Tale evenienza si verifica puntualmente tutte le volte che nell’ospedale finiscono le barelle e i medici sono costretti a curare i pazienti distesi su quelle del 118. Il disagio, fanno sapere alcuni operatori sanitari, determina ogni volta la drastica riduzione del già esiguo numero di ambulanze di soccorso avanzato e ritardi dei soccorsi su patologie tempo-dipendenti, comportando, inoltre, difficoltà e rallentamenti nella gestione dei soccorsi per la centrale operativa del 118″.
Qual è il vostro appello?
“È doveroso portare pertanto a conoscenza anche i Cittadini al fine di evitare nuove aggressioni verso il personale del 118 per alcuni ritardi sul soccorso, che possono essere di molte ore ad esempio. Per quanto tempo ancora dobbiamo subire tali umiliazioni e aggressioni da parte dei familiari, con i rischi connessi sulla salute dei pazienti e dei lavoratori?”.
Leggi anche: Roma, sanità al collasso: mancano ambulanze e infermieri. Il 118 chiede aiuto all’Esercito