Ha trovato un asinello abbandonato, legato con una fune estremamente corta, tanto da non consentirgli di muoversi e completamente fradicio. Per fortuna una volontaria dell’associazione “Animalisti Italiani” s’è imbattuta nell’animale e ha avuto modo di salvarlo. È successo ieri, domenica 4 giugno, a Roma.
Liberato e rifocillato è stato accolto in un rifugio alle porte di Roma
La scena che si è prospettata davanti agli occhi della giovane volontaria è stata “incredibile per qualunque persona ragionevole, con un minimo di sensibilità, ci ha indotto ad agire subito e a trovargli ospitalità in un nostro centro di recupero adeguato dove è stato rifocillato a dovere e ha subito ritrovato la tranquillità. Abbiamo avvisato immediatamente le autorità competenti che in mancanza del microchip e di una registrazione conforme alla norma di legge, non è riuscita a risalire allo scellerato proprietario che vogliamo denunciare per abbandono di animale. Nel frattempo, abbiamo provveduto a farci carico dell’asinello che abbiamo chiamato Martin, trasportandolo, con i mezzi opportuni in modo da salvaguardare il suo benessere psico-fisico, in un nostro rifugio alle porte di Roma dove provvederemo al suo mantenimento a vita. Qui, l’asinello Martin, troverà altri amici animali con cui trascorrere sereno la sua esistenza, tra coccole e cure dei volontari degli Animalisti Italiani Onlus”.
L’impegno dell’associazione per la tutela degli animali
L’Associazione Animalisti Italiani da 25 anni opera sul territorio nazionale per porre fine alle sofferenze di animali di ogni specie, come accaduto per l’asino Martin, costretto a vivere in condizioni ingiustificabili, anche incomprensibili per chi, in questi tempi di avanzata tecnologia, non ha dimenticato l’importanza che il rapporto tra uomo e animale ha avuto per il miglioramento della vita. Si pensi nella fattispecie all’ippoterapia e all’onoterapia. Ci sono disturbi e patologie umane che vengono trattati anche con l’ausilio di altre specie, diverse da cani e gatti, ad esempio quelle da fattoria, come cavalli, pony e asinelli.
Tanti i casi di asini abbandonati o tenuti in condizione di totale incuria
Negli ultimi anni, tuttavia, nonostante il ruolo prezioso di questi animali nella pet therapy i casi di asini tenuti in condizioni di totale incuria e di sofferenza si sono moltiplicati. L’abbandono di animali costituisce un reato sia nei casi in cui l’animale venga intenzionalmente liberato in un luogo lontano dall’abituale abitazione che nel caso di affidamento a persona che non se ne occupi in modo adeguato.
Questa pratica, che la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale all’articolo 6 definisce come “atto crudele e degradante”, è punita secondo l’art. 727 del Codice penale. Pertanto, la legge italiana sanziona la condotta di chi abbandona un animale domestico (anche delle specie esotiche, come nel caso dei rettili) o di chi lo tiene in condizioni incompatibili con la sua natura che gli provocano sofferenze.
Il reato di abbandono
Il reato di abbandono non scatta solo nei confronti del proprietario dell’animale, ma anche della persona che lo ha in custodia e se ne libera consapevolmente. La Legge tutela tutti gli animali domestici (cani, gatti, volatili, rettili, etc.) ed anche quelli che sono abituati a vivere in allevamento (asini, pecore, capre, cavalli, etc)