Roma, prostituzione minorile e ricatti. Il racconto de “Il Messaggero” tra confessioni scabrose e notti brave. Coinvolta una 15enne.
Torre Angela come il set di un film, solo che la trama è tutt’altro che avvincente. Anzi, è lo specchio di un meccanismo coercitivo che mescola soldi, potere e ingenuità. Quello che fa tornare attuale a Roma la piaga sociale delle baby squillo. Ragazze abbordate con la scusa della carriera, promesse, possibilità e soldi facili. In cambio qualche scatto in uno studio fotografico che poi diventava altro. Veri e propri video a luci rosse, tutto pagato, ma oltre il limite della decenza.
Soprattutto perchè in grado di alimentare illusioni trasformate, successivamente, in traumi indelebili. I fatti risalgono, nell’ultima indagine resa nota dal Messaggero, al 2016. Quando un fotografo e il suo collega adescavano ragazze giovani e desiderose di un futuro nella moda con la scusa di un book fotografico: subito dopo la proposta indecente e tutto il resto.
Roma, prostituzione minorile a Torre Angela: la confessione di una ragazza
Abusi, scene da film e soldi buttati sui letti come nei ciak di altre “pellicole” che hanno fatto la storia di un certo tipo di cinema. Stavolta nessuno aspetta i titoli di coda, ma il punto a capo lo mette una donna (all’epoca dei fatti 15enne) che convinta da altri che hanno denunciato vuota il sacco: “Ci sembrava un gioco. Vendevamo il nostro corpo per 100 euro, mi aveva convinto un’amica. La vedevo sempre con molta disponibilità economica, allora ho cominciato. Quando poi vuoi uscirne, però, è difficile”.
Comincia, dunque, la spirale di ricatti, controversie e paure. Fattori che hanno portato un’altra ragazza a confessare tutto. Il passo, però, stavolta l’ha fatto grazie a un istruttore di fitness che si era insospettito in palestra quando gli è stato chiesto di insegnare delle “mosse in grado di uccidere un uomo”. In quel momento ha capito che la ragazza era stata circuita.
Le indagini vanno avanti, a rischio un fotografo (che ora ha 55 anni) e il suo assistente per quello che era uno studio fotografico trasformato nella “nuova Sodoma”. Una situazione che avevamo imparato a conoscere soltanto nelle serie tv crime, talvolta però la realtà supera la fantasia. Le indagini proseguono con l’accusa di prostituzione minorile e sfruttamento.