Sembra la storia di ‘Pasquale passaguai’, ma non si tratta del personaggio di una delle commedie di Petito, bensì di un 45enne dipendente Ama che a causa di una serie di malanni ha inviato all’azienda ben 51 certificati medici indicanti vari malesseri per i quali non poteva andare a lavorare.
Il netturbino finisce a processo per truffa e falso
La storia, quella del dipendente della ditta di rifiuti che lavora nella città di Roma, non è frutto della fantasia, è vera. Tanto vera da aver fatto finire il netturbino a processo con l’accusa di truffa e falso. La Procura della Repubblica capitolina non sembra aver avuto dubbi circa il fatto che il dipendente Ama non avesse alcun problema di salute. A creare una sorta di mistero intorno a questa vicenda ci sono poi le testimonianze dei sanitari autori dei certificati medici, e nel tempo sarebbero stati davvero tanti, che hanno negato di ricordare chi fosse l’imputato.
L’operaio si redigeva da solo i certificati medici
Ne è nato il dubbio che a stilare i certificati medici fosse proprio il netturbino o, almeno, questo è quello che pensa la Procura di Roma. Insomma grazie alla documentazione presumibilmente falsa l’operaio evitava di svolgere la sua attività lavorativa, restando a casa a riposo a causa dei numerosi malesseri certificati, ma di contro percepiva comunque lo stipendio a fine mese. I malanni del dipendente Ama si sarebbero verificati in particolare tra il 2015 e il 2016, con un aggravamento delle condizioni nei giorni che vanno dalla primavera all’estate. Una situazione davvero poco chiara sulla quale la Procura ha deciso di vederci chiaro e ora il 45enne si trova a processo. A questo punto sarà in sede processuale che dovrà chiarire il suo stato di salute e chissà se riuscirà a convincere la magistratura delle sue precarie condizioni di salute.