Un complesso immobiliare moderno, dottato di tutti i servizi, immerso nel verde, a soli 20 minuti dalla Basilica di S. Pietro e dal centro di Roma, e a 15 dall’aeroporto di Fiumicino. Appartamenti e villini, con rifiniture lussuose, in un quartiere che offre tutti i servizi utili alle famiglie, dal supermercato alla palestra, dall’asilo nido alla scuola materna, dalla farmacia ai supermercati. Insomma, una location ideale.
E, infatti, viene pubblicizzata come un sogno. Peccato che – per 54 famiglie – si stia trasformando in un incubo. Sono le famiglie dei poliziotti che, ormai 17 anni fa, avevano preso in affitto le abitazioni all’interno del complesso residenziale “Collina delle muse”, nel quartiere Boccea. Le case furono realizzate in regime di edilizia agevolata all’interno del piano di zona “Mazzalupo Boccea – Collina delle muse” grazie a una convenzione tra il Comune di Roma e la Boccea Imprese Riunite S.r.l., sottoscritta nel 1998 e perfezionata con la successiva del 2004.
In attuazione della convenzione, fu indetto un bando per assegnare 54 alloggi ad altrettanti poliziotti, per far fronte all’emergenza abitativa di soggetti con prescritti requisiti di legge. Ma adesso gli agenti stanno per essere sfrattati e buttati letteralmente in mezzo a una strada, per vendere le abitazioni a prezzo di mercato, nonostante le case siano state costruite con ingenti fondi erogati dallo Stato.
Convenzione non rispettata
Ma ricostruiamo la storia per capire cosa sia successo. Nel 1998 viene firmata una convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Segretariato generale del CER, il Comune di Roma e la Boccea Imprese Riunite. Nel 2004, un’ulteriore convenzione ribadisce e perfeziona la prima del 1998, concedendo il diritto di superficie alla Società e, quindi, agevolazioni e notevoli contributi statali per costruire il complesso immobiliare. In cambio, però, deve osservare alla lettera la convenzione sottoscritta, che – tra le altre cose – prevede l’assegnazione di alcuni alloggi agli appartenenti alle forze dell’ordine.
“Si tratta di edilizia residenziale pubblica, ERP – spiega l’avvocato Stefania Arduini – Sono immobili costruiti su terreno del Comune di Roma con un diritto di superficie concesso al costruttore. La concessione del ’98 è poi stata perfezionata e integrata nel 2004. C’erano degli obblighi a cui il costruttore avrebbe dovuto adempiere, ma che a nostro avviso non ha adempiuto”.
Questo è quanto emerge dal verbale redatto dalla VIII commissione urbanistica di Roma, nel luglio del 2021, dove sono state segnalate molteplici inosservanze alla convenzione, tanto da indurre i consiglieri verbalizzanti a sollecitare un intervento della PA per l’avvio di accertamenti tecnici volti a verificare se sussistano i requisiti per la declaratoria di decadenza della convenzione. “E su questo mi sto battendo”, spiega il consigliere regionale Enrico Cavallari, che ha scritto al sindaco Roberto Gualtieri e al capo dell’avvocatura del Comune di Roma. “La decadenza si è interrotta, consentendo di avviare procedure di sfratto nei confronti di esponenti delle forze dell’ordine. Vorrei capire per quale motivo e cosa vuole fare adesso il Comune”.
La contesa
Dei 54 alloggi, sono 48 quelli realmente utilizzati dagli agenti. Le case, realizzate con contributi statali, sono in affitto a canone contenuto e, ai sensi degli artt. 8 e 9 della legge n 179/1992 degli alloggi ERP, prevedono la possibilità di riscatto dell’immobile, a termine locazione. Per gli affittuari, in ogni caso, il contratto prevede la clausola di prelazione.
Ma, nonostante questo, ora che i contratti sono in scadenza la società proprietaria degli immobili, parte firmataria della Convenzione, ha intimato il rilascio degli alloggi, sfrattando di fatto i poliziotti e rifiutando le proposte di riscatto.
Niente certificato di agibilità
“Ma se la convenzione non è stata rispettata in modo perfetto – prosegue il legale – la stessa decade. A noi risulta che questi immobili non abbiano il certificato di agibilità, deficitano di alcuni requisiti strutturali per cui non sono a norma. Per tale motivo, i consiglieri presenti alla riunione di luglio 2021 hanno evidenziato che c’è un problema e che c’è l’elevata probabilità che la convenzione non sia stata rispettata dal costruttore. Se così è, ma lo deve accertare il Comune di Roma, sussistono i presupposti per chiederne la decadenza, a cui conseguirebbe la retrocessione immediata del diritto di superficie al Comune, e con esso, tutti gli immobili edificati sul terreno della PA, che entrerebbero a far parte del patrimonio comunale. Si tratta di un complesso residenziale stimato, mi dicono, in 9 milioni di euro”.
Si parla quindi un valore di milioni di euro. Ma il Comune di Roma su questo fronte non si muove, nonostante i solleciti da parte degli avvocati del consigliere. “Ho deciso di portare avanti questa battaglia – dichiara Cavallari – perché sono in ballo non solo figure istituzionali, quelle di poliziotti che ogni giorno combattono contro la criminalità, ma anche soldi pubblici. Qui parliamo di un valore enorme. E’ stato costruito un complesso immobiliare grazie ad aiuti dati per alloggi di ERP, ovvero di edilizia residenziale pubblica. Ma adesso si vogliono vendere a prezzo pieno, dopo aver goduto di tutte le agevolazioni. Non è assolutamente tollerabile. Il Comune finora non si è mosso. A chi conviene e perché?”
Poliziotti sfrattati
A partire da questo mese i poliziotti verranno sfrattati. “È interesse della pubblica amministrazione recuperare il proprio patrimonio – sostiene l’avvocato Arduini – per questo ho chiesto di intervenire nei giudizi di sfratto che ci saranno dalle prossime settimane. Si tratta di patrimonio pubblico”.
Alcune delle abitazioni in cui attualmente vivono i poliziotti in questi giorni sono addirittura già state visitate da possibili acquirenti. I prezzi si aggirano sui 300.000 euro, alcune anche molto in più. Prezzi di libero mercato, quindi, non certo da edilizia popolare. Ma le case sono state costruite con il finanziamento pubblico. E adesso verranno vendute a prezzo normale di mercato, dando lo sfratto ai poliziotti. Ci chiediamo se tutto ciò sia regolare.
“Il problema è a monte. La convenzione impone al costruttore un vincolo di locazione alle Forze dell’ordine per 17 anni. La società afferma che, scaduto il contratto, gli affittuari se ne devono andare. Ma la Regione Lazio, che pure ha autorizzato l’iter, si è già espressa a tutela dell’emergenza abitativa, disponendo la stabilizzazione, per gli assegnatari degli immobili ERP, dei contratti di locazione e il diritto, di questi, all’acquisto del bene al prezzo massimo di cessione. Anche in questo caso siamo di fronte ad immobili ERP, perché a loro non si dovrebbe applicare questa tutela?”, chiede l’avvocato.